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Donne di cuore narrate ad Alba da Lella Costa

ALBA Violetta Valery, protagonista dei tre atti della Traviata, ma anche il suo corrispondente letterario Marguerite Gautier, eroina della Signora delle camelie di Alexandre Dumas (figlio), per arrivare a Maria Callas e Marilyn Monroe: donne diverse ma simili, accomunate dall’aver seguito il loro cuore senza arrivare al lieto fine. A loro dà voce Lella Costa in Traviata, l’intelligenza del cuore, che farà tappa al teatro Sociale di Alba sabato 9 marzo, alle 21. Scritta dall’attrice milanese insieme a Gabriele Vacis, che ne cura anche le regia, ha debuttato nel 2003 e si presenta in una versione rinnovata: su un palco privato di orpelli, il soprano Francesca Martini e il tenore Giuseppe Di Giacinto, accompagnati da Davide Carmarino al pianoforte, interpretano le arie di Verdi, consentendo a Lella Costa di inscenare un dialogo impossibile con Violetta e Alfredo, per arrivare al romanzo di Dumas e a tutte le traviate del mondo. «È un piacere tornare ad Alba, soprattutto con questo spettacolo: mia mamma è di origini astigiane e sono molto legata a Langhe e Roero, dove porto avanti diverse collaborazioni», esordisce Lella Costa.

Uno spettacolo che sembra prima di tutto un omaggio alle donne: è così?

«Al centro c’è la Traviata, con la vicenda di Violetta e di Alfredo, che viene ripercorsa in modo fedele, senza essere parafrasata. C’è anche La signora delle camelie, dal quale Francesco Maria Piave scrisse il libretto dell’opera di Giuseppe Verdi. Parliamo di donne che vissero fino in fondo i loro amori e purtroppo pagarono a caro prezzo le loro scelte. Ma seppero anche prendere in mano le loro vite, trovare un appiglio nei momenti peggiori: è questa l’intelligenza del cuore che hanno le donne quando amano. Anche se impegnativo, è uno spettacolo a cui sono legata, perché a ogni replica sento una sorta di osmosi con il pubblico. Dopo più di dieci anni dal debutto, con Gabriele Vacis ne abbiamo scritto una versione del tutto rinnovata. Abbiamo eliminato la scenografia e portato in scena un pianista, un tenore e un soprano: la musica è il linguaggio dell’opera e la sua presenza dal vivo è fondamentale».

Donne di cuore narrate ad Alba da Lella Costa
Lella Costa in un’immagine di scena di Traviata, l’intelligenza del cuore.

La Traviata è il fulcro dello spettacolo, ma il discorso diventa più ampio.

«Si parla di donne che hanno messo al primo posto l’amore, anche quando non è corrisposto, come nel caso di Maria Callas e Marilyn Monroe. Ma c’è anche un monologo finale in cui mi riferisco alle ragazze di strada il cui corpo viene venduto come merce: una realtà di fronte alla quale non dobbiamo chiudere gli occhi. È uno spettacolo per parlare di dignità e di rispetto verso le donne, perché, come scrisse Truman Capote riferendosi a Marilyn, “Ogni donna è stata ed è una bellissima bambina, troppo spesso trasformata in merce da chi non riesce a comprenderne il bisogno d’amore e di cura”».

La parità di fatto tra donne e uomini è ancora un obiettivo da raggiungere: cosa è andato storto?

«Probabilmente la violenza e le discriminazioni contro le donne non sono mai state estirpate: viviamo in un periodo in cui l’odio e l’aggressività si manifestano in modo evidente, come testimoniano gli episodi di cui sentiamo parlare quasi ogni giorno. Credo sia importante un lavoro culturale profondo, basato sulla cura della relazione uomo-donna, sui diritti e sul rispetto dell’altro. È un percorso che va condiviso con gli uomini, perché sono convinta che non si debba generalizzare».

Cosa pensa di #Metoo?

«Penso che sia stato molto importante, ma mi spiace che non sia stato fatto il passo successivo: sarebbe stato importante portare il #Metoo fuori dal mondo dello spettacolo, perché la violenza sulle donne non è limitata a un unico ambiente. Avrei voluto vedere mobilitarsi tutte le professioni, anche per parlare in generale di pari opportunità: noi donne dovremmo cercare di diventare una piccola lobby e far sentire la nostra voce in tutti i settori».

Francesca Pinaffo

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