Ultime notizie

Il robusto ma sensibile Barbera, vitigno nobile

VITICOLTURA La vite di Barbera è una pianta che si adatta bene in modo particolare a terreni anche molto differenti per caratteristiche chimico-fisiche, ma è soggetta a una forte influenza del microclima del luogo in cui è coltivata. È in grado di fornire ottime produzioni in ambienti diversi, con la particolarità che per ognuno di essi la qualità diviene un’espressione univoca. Essendo una pianta molto robusta, nel passato non è sempre stata coltivata sui terreni migliori, rispetto a varietà ritenute di maggior pregio come ad esempio il Nebbiolo o, per altre ragioni, il Dolcetto.

In Langa, sovente le sono state riservate le esposizioni meno favorevoli, quelle più in basso sui pendii, oppure le meno solatie. In passato, quindi, di rado questo vitigno ha potuto espletare in pieno le sue reali e notevoli potenzialità. Nelle aree dove non vi è stata la contrapposizione con altri vitigni, la coltivazione del Barbera ha avuto maggiore attenzione e le più opportune ambientazioni. Confrontando le produzioni tra vigneti storici di differenti luoghi, si possono constatare differenze rilevanti.

Il vitigno produce molti grappoli, ricchi di zuccheri, acidi e pigmenti. Grappoli ideali a fornire vini nobili, di buon spessore e atti anche a un buon invecchiamento.

Il ciclo fenologico inizia con il germogliamento, circa a metà aprile; la maturazione dei grappoli è da considerare tra la fine di settembre e la prima decade di ottobre. La crescita dei germogli è abbastanza disordinata: sono flessuosi e richiedono cure tempestive di sostegno, sia per la buona sistemazione dei futuri grappoli sia per la gestione della massa verde.

Il robusto ma sensibile Barbera, vitigno nobile

In primavera, i vigneti di Barbera si riconoscono anche per il colore del fogliame: un verde omogeneo, chiaro, inconfondibile. Solo più avanti le foglie adulte acquisiranno tonalità più intense. Le foglie, inoltre, sono ricche di tomento – la “peluria” – che conservano anche in età avanzata. I grappoli sono molto caratteristici, non grandi, con graspo formato da corti internodi che conferiscono all’insieme una forma tozza, uniforme e compatta. Gli acini sono lievemente allungati e rastremati alle due estremità. Il colore della buccia è blu intenso, conferito anche dalla copertura pruinosa. È una pianta con elevata capacità di emettere germogli dal ceppo, stimolata dalla forte riduzione della chioma con la potatura invernale.

L’avvio all’invaiatura – l’inizio della maturazione dei frutti, contraddistinto dal cambio di colore – è anch’esso particolare. Appare molto irregolare e si protrae per lungo tempo, completandosi poi quasi a ridosso del compimento della maturazione. Quando i grappoli delle altre cultivar appaiono già ben colorati, in quelli di Barbera l’eterogeneità di colore è marcata. Alla maturazione, tuttavia, non vi sono confronti per la bellezza dei frutti.

Questo vitigno, se da un lato è ben adattabile a terreni differenti, dall’altro è sensibile agli squilibri di nutrimenti. Si possono manifestare patimenti per insufficienti disponibilità all’interno delle piante di potassio e magnesio. La coltivazione è resa ancor più complessa per la maggiore sensibilità alle principali crittogame (ovvero le piante con spore, come i funghi) della vite: peronospora, oidio e muffa grigia. Esse rappresentano una costante minaccia, molto influenzata dall’andamento del clima.

La cura del vigneto deve così comprendere accurata prevenzione, come mantenere pulito il terreno dalle erbe infestanti e curare il filare in modo razionale. La formazione nel più breve tempo possibile di foglie adulte su tutta la spalliera determinerà la maggiore resistenza agli attacchi di peronospora e oidio; concorrono l’equilibrio vegetativo e l’arieggiamento dei grappoli per prevenire la muffa grigia.

Ma il problema maggiore è la flavescenza dorata: il Barbera è sensibile alla malattia ed è il vitigno più colpito. La cura richiede in particolare lo svellimento delle viti infette e l’immediata sostituzione con piante nuove. Per il viticoltore significa fare nello stesso vigneto interventi differenti, data la compresenza di piante ancora in allevamento e adulte. Un’opera laboriosa giustificata della conservazione dei vigneti autoctoni e delle loro eccezionali produzioni.

e.m.

Banner Gazzetta d'Alba