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Medico albese condannato per aver abusato di pazienti: i commenti dei legali

Al Tribunale di Asti potrebbe andare parte dell’Alessandrino

ALBA È arrivata nel primo pomeriggio la sentenza sul caso del medico di famiglia albese accusato di aver abusato di alcune donne, dopo averle ipnotizzate: il giudice del tribunale di Asti Giorgio Morando ha condannato Marco Vito Surdo a sei anni e quattro mesi di reclusione e, come pena accessoria all’interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla curatela e amministrazione di sostegno, e alla sospensione dall’esercizio della professione medica per tre anni. Surdo è stato condannato inoltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e all’interdizione legale nel tempo corrispondente alla pena inflitta, oltre che a risarcire il danno subito dalle parti civili.

Il processo riguardava sette episodi con quattro pazienti nel periodo dal 2012 al 2016. Tre delle quattro vittime degli episodi di violenza e molestie si erano costituite parte civile nel processo: la prima a denunciare Surdo sostenendo di aver subito atti sessuali contro la propria volontà con l’avvocato Stefano Tizzani del foro di Torino, le altre due con le avvocatesse Paola Coppa e Silvia Calzolaro del foro di Asti.

“Si tratta di una condanna importante per un fatto gravissimo sempre, ma a maggior ragione se a commetterlo è il medico, cui ciascuno di noi si affida in un momento di fragilità”, dichiara Calzolaro.

Il legale del medico è l’avvocato albese Roberto Ponzio, che commenta: “Le visite intime effettuate dal dottor Surdo erano secondo noi coerenti con il quadro clinico delle tre pazienti. Per quanto riguarda la quarta, la denunciante, si è sostenuto che si trattasse di atti commessi da persone consenzienti e consapevoli di ciò che facevano. Abbiamo prodotto in atti un parere pro veritate del massimo ipnologo clinico, il professor Enrico Facco, che sostiene che l’ipnosi non comporta la perdita di coscienza né la perdita di autonomia o capacità critica: questo è un dato scientifico a cui faremo riferimento nel giudizio di appello che andremo ad instaurare in quanto l’associazione fra ipnosi e sonno è stata abbandonata da diversi anni dalla letteratura medica e come tale è priva di valore scientifico”.

Adriana Riccomagno

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