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Per fermare i cinghiali adesso interverranno i “tutor”

Contro i cinghiali scende in campo l’associazione Ala

REGIONE La Regione continua a seguire il problema dei danni causati dagli animali selvatici in Piemonte e tenta di trovare soluzioni migliorative, dopo la delibera approvata a dicembre 2018.
Nel documento aveva stabilito che, se gli interventi d’urgenza richiesti alle Province non vengono attivati entro 48 ore dalla segnalazione, gli stessi proprietari e conduttori possono procedere all’abbattimento dei cinghiali, per poi darne comunicazione alla Provincia nelle 48 ore successive.

Nei giorni scorsi c’è stata però una novità sul tema del contenimento della fauna selvatica: a spiegarla è stato l’assessore regionale ad agricoltura, caccia e pesca Giorgio Ferrero: «Abbiamo modificato la delibera approvata a dicembre 2018, definendo in modo chiaro chi può fare attività di contenimento, rimandando alla legge nazionale 157/1992. Mettiamo ancora di più al centro il proprietario e il conduttore di fondi che possono intervenire sotto il coordinamento delle Province e della Città metropolitana anche come tutor di un altro proprietario o conduttore, nell’ambito del territorio su cui si attuano i piani di contenimento. L’obiettivo è che si vada verso contenimenti tempestivi ed efficaci».
Trattandosi di azioni straordinarie, non sussiste l’obbligo di essere iscritto a un Atc (Ambito territoriale di caccia) o a un Ca (Comprensorio alpino).

Soddisfatta per l’intervento Coldiretti Piemonte, che ora chiede più tempestività: «È importante che questa misura venga prontamente recepita e attuata da Province e Città metropolitana. La situazione è molto difficile nelle aree collinari e montane in cui si è già perso oltre il 50 per cento delle superfici coltivabili a causa proprio degli animali selvatici».

Agricoltori e imprenditori sono danneggiati anche da un’altra questione, quella dei ritardi nei rimborsi.
L’allarme è stato lanciato da Coldiretti Cuneo: «Nella nostra provincia, si registrano forti criticità legate a tempistiche troppo allungate nel pagamento degli indennizzi alle aziende danneggiate dagli animali selvatici. Ci sono Atc che hanno risarcito i danni fino al 2017, altri che stanno pagando solo ora i risarcimenti riferiti alle annualità 2015 e 2016 e altri ancora fermi ai pagamenti del 2014. Le inefficienze di molte strutture, che pur dispongono dei fondi erogati dalla Regione, pesano sui gravi ritardi nei risarcimenti alle aziende agricole».

Daniele Vaira

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