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Premier e ministro si occupino anche del rilancio di Levaldigi

Levaldigi, respinti due marocchini alla frontiera aeroportuale 1

Si svolgerà oggi il sopralluogo, atteso, del premier Conte e del ministro Toninelli nelle zone dell’incompiuta Asti-Cuneo. Nessuno è in grado di stabilire se da stasera o dai prossimi giorni la soluzione prenderà corpo e piedi per accelerare sul tanto annunciato sblocca-cantieri, sperando che lo stesso non sia solo l’ennesimo nastrificio destinato a incagliarsi nei lotti a venire. Chi scrive ha assistito almeno a due tagli di nastri sulla At-Cn e detto questo, detto il resto.

Un dato fin da ora è certo: la piega assunta dal dibattito politico sui giornali e sui social indica un continuo riferimento allo scambio di responsabilità del passato.

Un passato da cui è giusto e doveroso non fuggire, perché esso pesa sui ritardi presenti e futuri, ma che non deve rappresentare la cifra esclusiva del cosiddetto Governo del cambiamento.

Non oso immaginare che il collegamento autostradale rimarrà incompiuto, ma nel mentre che lo si completerà, e che la viabilità ordinaria sarà rimessa in sicurezza a partire da Fossano, qualcuno vuole occuparsi della sola infrastruttura già abilitata a funzionare totalmente e al 100% delle proprie potenzialità? Parlo dell’aeroporto di Levaldigi, non pervenuto in nessuno dei programmi né governativi né degli schieramenti che si candidano a governare i nostri enti comunali e regionali.

Se il premier Conte e il ministro Toninelli atterreranno a Levaldigi, per raggiungere la provincia di Cuneo, lancino uno sguardo al panorama circostante e si interroghino sul futuro di uno scalo costato alla comunità provinciale in termini di denari pubblici e privati e che poteva, e ancora potrebbe, essere l’Orio al Serio di Piemonte e Liguria. Anche quest’ultimo nacque come aeroclub salvo poi diventare la pista di riferimento per i voli business e retail da tutto il Nord verso l’estero.

Lo dice chi, per viaggiare tra Piemonte e Balcani per lavoro, deve fare scalo a Bergamo e non sa a chi dover dire grazie. Di certo ha diritto a chiedere lumi a chi oggi gestisce i trasporti di Regione Piemonte e Governo centrale.

Alessandro Zorgniotti, giornalista, Unione cattolica

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