Italgelatine, una storia che riguarda ognuno di noi

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ALBA Cala un primo sipario sulla vicenda che ha coinvolto a livello olfattivo ed emotivo l’Albese. Dopo le indagini, le pressioni degli organi di stampa e dei cittadini, la ditta Italgelatine di Santa Vittoria  il 16 aprile ha subito un provvedimento di diffida e sospensione dalla Provincia. In pratica, il polo aziendale dovrà diminuire la lavorazione e sottoporsi a numerosi controlli nelle prossime settimane. La decisione istituzionale giunge dopo oltre un mese in cui l’odore di “uova marce” ha occupato uno spazio di molti chilometri, ammorbando  anche Alba, tanto da spingere i Comuni a riunirsi in un  tavolo tecnico insieme agli organi deputati al controllo come Provincia, Arpa Piemonte e Asl Cn2.

Ha spiegato Luciano Fantino, responsabile del Settore territorio dell’ente provinciale che ha emesso l’atto: «Il guasto all’impianto di depurazione è la causa principale degli odori delle ultime settimane, ma non l’unica. Oltre alla riduzione del carico inquinante è necessario approfondire anche il discorso dell’accumulo di fanghi e di altri aspetti. Sono in corso ulteriori accertamenti». E conclude: «Negli anni abbiamo emesso come Provincia diversi atti con tenore simile a quest’ultimo, anche se meno pesanti. Oltre a risolvere il problema, è importante che l’azienda agisca in fase preventiva». Un modo formale per ribadire come l’anomalia non sia nuova, duri anzi da molto tempo. Considerazione confermata dai molti commenti ricevuti dai cittadini sulla nostra pagina Facebook e che lamentano la permanenza dell’odore durante l’intero anno soprattutto a ridosso dello stabilimento.

Dal canto suo l’azienda ha spiegato: «Quanto occorso è stato causato da nuove produzioni, che hanno portato all’interno dell’impianto di depurazione a una rapida e improvvisa crescita della biomassa deputata al trattamento delle acque, con conseguente aumento della richiesta di ossigeno. In pochi giorni si è verificata una caduta del livello di ossigeno disciolto al di sotto della soglia minima di sopravvivenza della biomassa, provocando una situazione di anossia della medesima». Dichiarazioni in cui vengono spiegate le ragioni del guasto e gli interventi messi in atto per riparare, ma non perché l’odore non abbia cessato di persistere. Perciò dal basso hanno cominciato a levarsi parole di protesta e di allarme. Fino a quando è intervenuta la Provincia. Dietro questa vicenda si cela una storia più generale, che riguarda tutti e che discute l’intero sistema economico e produttivo. Senza contare che i danni di alcune sostanze nell’aria potrebbero risultare per i soggetti “deboli” più gravi del supposto. 

Bambini e soggetti asmatici

Perché quando si levano voci di protesta chi sta in alto decide di muoversi? Un nuovo elemento potrebbe essere stato anche l’articolo lanciato su Facebook dal collettivo Mononoke, visualizzato da migliaia di persone. Nel brano veniva riportata la testimonianza di un cittadino albese. Citando dal testo: «Nelle ultime due settimane avevo difficoltà a respirare. Sono un soggetto asmatico fin da bambino, ma oggi grazie allo sport e a un’attenzione costante non soffro di alcun problema particolare. Eppure, parlando con alcuni albesi, ho capito che non ero il solo negli ultimi giorni con questa difficoltà. Altre persone – perlopiù con trascorsi clinici simili ai miei – riportavano fatica nell’inspirazione o una leggera occlusione bronchiale».

Il cittadino proseguiva rilevando come, forse per casualità o forse per logica conseguente, negli stessi giorni si respirasse nell’aria l’odore proveniente da Italgelatine. E aggiungeva: «Come spiegavano i giornali locali, l’odore è dovuto all’acido solfidrico (H2S) detto anche idrogeno solforato». E aggiunge, citando il medesimo articolo di due università californiano approfondito da Gazzetta d’Alba: «Cercando su Internet sono incappato in uno studio di D’Orsogna e Chou (2010), due studiosi di università californiane. Diceva: “L’H2S, classificato ad alte concentrazioni come veleno, a basse dosi può causare disturbi neurologici, respiratori, motori, cardiaci (…) Ma l’elemento più preoccupante è quello legato ai soggetti deboli, ad esempio bambini e anziani – che ovviamente risultano più vulnerabili. Spiegano gli autori dello studio: “I bambini sono più vulnerabili degli adulti agli effetti dell’H2S perché respirano più velocemente inalando maggiori quantità di sostanze inquinanti. I loro corpi sono inoltre meno maturi di quelli degli adulti e per questo sono più vulnerabili agli attacchi di sostanze tossiche in generale».

Concludeva Mononoke: «Dovremmo far sentire la nostra voce. Se anche esistesse una sola probabilità su mille che lo studio riportato avesse ragione, dovremmo indignarci. Talvolta enti ufficiali “liquidano” la questione in modo sbrigativo e soprattutto i vertici aziendali si dimostrano, magari da decenni, insensibili al danno (anche solo olfattivo) prodotto nella popolazione». 

Un labirinto in cui e’ difficile districarsi

«Non c’è nessun problema sanitario correlato agli odori avvertiti dalla cittadinanza nell’aria», ribadisce tuttavia Franco Giovannetti, direttore facente funzione del Dipartimento di prevenzione dell’Asl Cn2, in merito all’odore persistente e intenso scaturito dall’impianto Italgelatine e rimasto nell’atmosfera per alcune settimane. Dall’Asl Cn1 invece, che abbiamo contattato per ascoltare un parere aggiuntivo, preferiscono non rilasciare dichiarazioni perché il problema appartiene per competenza a un’altra area territoriale. Se non sussiste davvero nessun pericolo, chiediamo, perché la Provincia avrebbe emesso un provvedimento di sospensione? «Perché l’intenso odore causa problemi alla qualità di vita percepita», spiegano dall’Asl. Ma dal punto di vista organico, ci assicurano, nessun soggetto ha finora comunicato problemi. Speriamo davvero sia così.

Sara Elide

 

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