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Presentato il libro “In vino veritas” di Roberto Cerrato

Presentato il libro "In vino veritas" di Roberto Cerrato

ALBA In vino veritas: appunti di viaggio di una candidatura Unesco e omaggio al vino con aforismi celebri. Questo il titolo della pubblicazione di Roberto Cerrato uscita a fine febbraio e il cui ricavato verrà devoluto all’associazione La collina degli elfi Onlus.

Il volume racconta la prospettiva personale dell’autore attraverso gli anni di paziente costituzione della candidatura, fino all’ottenimento, nel 2014, del riconoscimento Unesco.

Il libro è stato presentato sabato 6 aprile nella sala convegni di Banca d’Alba.

Perché racchiudere in un volume l’esperienza che ha condotto i paesaggi del territorio al titolo Unesco?

«Da tempo riflettevo sulla possibilità di raccogliere ricordi, fotografie, emozioni e avvenimenti in una pubblicazione. È emersa una serie di sequenze narrative, frutto di uno sforzo di memoria e che a partire dal 2004 hanno contribuito (in mezzo a mille problematiche) a raggiungere lo straordinario risultato di cui oggi tutti parlano. Nel volume sono descritti con precisione sia i fatti più importanti che hanno determinato la costruzione del dossier di candidatura, sia le visite ispettive ufficiali inviate dall’Unesco sui territori».

Roberto Cerrato durante la sessione Unesco che ha inserito il patrimonio vitivinicolo piemontese nel World heritage.

Ha trovato ostacoli particolari durante il suo lavoro?

«Ritengo importante comprendere come il territorio e i suoi referenti abbiano maturato con il tempo la volontà di credere nel progetto. In quel periodo, specie da fine 2013, erano poche le persone che con me condividevano preoccupazioni e si davano davvero da fare. Dopo il riconoscimento ho trovato tante persone pronte a salire sul cavallo in corsa».

Ci racconti uno dei momenti principali.

«Un aneddoto particolarmente interessante raccontato nel libro riguarda la colazione di lavoro a Parigi con l’allora ambasciatore italiano all’Unesco, Enrico Maria Serra. Si trattava di decidere se continuare a proporre la candidatura dopo il primo giudizio del 2012 , o di abbandonare il progetto. Decidemmo di proseguire, e fu la giusta scelta. Il secondo momento importante fu quando il presidente del Consiglio dell’epoca venne convinto da una persona che ci aiutò molto: si scoprirà tutto leggendo il libro».

Cerrato, la candidatura Unesco ha portato con sé risvolti negativi, come l’eccesso di turismo, il rincaro dei prezzi, la perdita della specificità culturale locale?

«Il riconoscimento Unesco non può costituire in alcun modo un elemento negativo. I dati confermano la tendenza positiva e la soddisfazione degli operatori. Anche alcune zone meno baciate da uno sviluppo iniziale oggi stanno comprendendo la grande possibilità di crescita, sviluppo sostenibile e possibilità di lavoro».

m.v.

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