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Soldi o veleno nei prodotti minacce a Ferrero, Lavazza e Vergnano

Soldi o veleno nei prodotti minacce a Ferrero, Lavazza e Vegnano

ALBA Buste sospette, provenienti dal Belgio, sono state recapitate a diverse aziende italiane, soprattutto legate al caffè. Le hanno ricevute la  Lavazza, Caffè Vergnano, Illy, una azienda lombarda del settore cosmesi e anche Ferrero nella sede di Alba. La minaccia è uguale per tutti: «avveleneremo i vostri prodotti, se non ci pagate». Un ricatto su cui indagano polizia e carabinieri, senza escludere nessuna ipotesi, neppure quella di un possibile collegamento con i plichi esplosivi di matrice anarco-insurrezionalista recapitati alla sindaca di Torino Chiara Appendino e a Alessandro Sciretti capogruppo della Lega della Circoscrizione 6 del capoluogo piemontese. «Cosa vogliamo? Come voi, soldi…  Vogliamo 300 mila euro» in Bitcoin da versare entro il 20 maggio su un conto elettronico, si legge nella lettera, scritta al computer su un foglio A4, in perfetto inglese da persone che si definiscono «uomini d’affari». «Non siamo terroristi, malati di mente…», precisano spiegando che la sostanza verde all’interno della busta è «oleandrina, una sostanza vegetale capace di procurare nausea e diarrea, ma anche aritmia fino all’arresto cardiaco. Non vi fate ingannare dall’aspetto: diluito o meno, il veleno è molto efficiente. Come saprete – continua la lettera – è molto semplice introdurre un po’ di veleno, in polvere o liquido, in uno dei vostri prodotti che si trovano sugli scaffali dei supermercati. Riuscite ad immaginare gli effetti disastrosi, per l’immagine della vostra compagnia, se i clienti iniziassero a morire avvelenati…».

Sette dipendenti della  Lavazza, operatori dell’ufficio postale all’interno del nuovo quartier generale dell’azienda, la Nuvola di Torino, sono rimasti per tutto il giorno in isolamento a scopo precauzionale mentre la polverina veniva esaminata dall’Istituto Zooprofilattico, secondo cui non si tratta di una sostanza radioattiva, trasmissibile per via aerea o per contatto.

Il timore diffuso dai recenti pacchi sospetti inviati a Vergnano e Lavazza  ha indotto i dipendenti Ferrero a dare l’allarme nel pomeriggio di venerdì per una busta anomala. Sul posto, anche in questo caso, le forze dell’ordine e i vigili del fuoco del nucleo Nucleare biologico chimico radiologico (Nbcr) e degli artificieri che hanno constatato l’assenza di materiale esplosivo. Le procedure d’emergenza attivate non hanno fermato la produzione dello stabilimento, proseguita regolarmente.

Nessun commento da parte delle aziende, che si dicono fiduciose nell’operato degli inquirenti, e massimo riserbo anche da parte di questi ultimi, impegnati a identificare gli autori delle minacce.

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