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16 milioni di polli macellati l’anno: la struttura di Roreto di Cherasco

16 milioni di polli macellati l’anno: la struttura di Roreto di Cherasco 1

Il Piemonte si posiziona al quinto posto dopo Veneto, Emilia, Lombardia e Marche in quanto a consumo di pollame. Sul nostro territorio ha la sua sede il principale macello del Nord-ovest

ALLEVAMENTI  Secondo i dati forniti da Confagricoltura in Italia si consumano circa 20 chilogrammi pro capite di carne avicola l’anno e il Piemonte si posiziona al quinto posto dopo Veneto, Emilia, Lombardia e Marche. Per quanto riguarda le uova, nel Paese se ne utilizzano invece circa 215 a persona, di cui 70 intere e le altre nelle varie lavorazioni. La produzione di carne di pollo soddisfa il 108 per cento del consumo: è cioè l’unico settore autosufficiente, mentre per le uova si è molto vicini al pareggio (12,7 miliardi prodotti contro un consumo di 13).

16 milioni di polli macellati l’anno: la struttura di Roreto di Cherasco

Vediamo i dati sugli allevamenti. In Piemonte si allevano in un anno circa 2,5 milioni di galline per la produzione di uova e oltre 30 milioni di polli da carne. Nel territorio di competenza del’Asl Cn2 di Alba-Bra si contano 80 allevamenti considerabili intensivi di tipo avicolo (pollame), con oltre un milione di capi prodotti. Il ciclo di vita medio di questi animali è pari a circa 45 giorni: il loro metabolismo viene “accelerato” per la vendita, offrendo un apporto costante di cibo. Poi l’animale viene inviato al macello e finisce nel piatto, anche in virtù del costo modesto delle carni avicole. Per questi motivi molte inchieste negli ultimi tempi si sono occupate delle condizioni degli allevamenti intensivi, dell’utilizzo degli antibiotici a scopo preventivo, delle condizioni in cui vivono gli animali. Anche noi ci mettiamo sulle tracce del povero pollo.

Nella nostra area quasi tutti i capi convergono – per la macellazione e poi per la lavorazione delle carni destinate alla grande distribuzione e alla ristorazione – verso la struttura Ora agricola di Roreto di Cherasco, che assicura di operare con centinaia di allevamenti avicoli delle province di Cuneo, Torino e Asti, garantendo un regime alimentare libero da antibiotici. A Roreto vengono macellati circa 16 milioni di capi l’anno, con una media di 43mila al giorno e ben 1.800 l’ora. Il principale macello avicolo del Nord-ovest, con un fatturato pari a 80 milioni di euro, impiega nella sede di via Cuneo 24 a Roreto 420 lavoratori, tra macello e produzione. I presidi animalisti saltuariamente si radunano di fronte ai cancelli della struttura per protestare: ad esempio, lo hanno fatto la Nuova associazione liberazione animali e il Movimento etico tutela animali e ambiente.

Le nuove misure sulla biosicurezza da applicare subito

Da una parte le ragioni del mercato, dall’altra la tutela dell’ambiente, del creato e le preoccupazioni sanitarie. Gli allevamenti intensivi dividono. Ora le novità: a metà aprile nella sede di Confagricoltura Cuneo si è radunato il mondo degli allevatori avicoli (e anche le Asl) per le nuove misure sulla biosicurezza da applicare entro gennaio del 2020.

Il piano regionale, come spiega il presidente della Federazione nazionale avicola e vicepresidente di Confagricoltura Cuneo Oreste Massimino, «ridefinisce tutte le misure per ridurre il rischio di diffusione delle malattie infettive come l’influenza aviaria. Ad esempio: ingressi nei capannoni da allevamento, pulizia e disinfezione di persone e automezzi, vuoto biologico e sanitario, gestione della lettiera e degli animali morti, trasporto». In Piemonte negli ultimi anni non si è registrato alcun caso di influenza aviaria.

La Lombardia ha invece dovuto spendere 32 milioni di euro per risarcire i danni. Da qui deriva l’importanza di campagne preventive strutturate. Massimino: «La qualità delle produzioni è eccellente, il sistema dei controlli sanitari funziona bene e le prospettive di consumo sono interessanti. La politica deve prendere coscienza dell’importanza di questo settore, nel quale lavorano tanti agricoltori. Ci aspettiamo un aiuto: altre regioni si sono già attivate per sostenere al meglio gli allevatori».

Sara Elide

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