Abet: in 5 restano a rischio licenziamento a Bra

BRA Quasi tutti i 112 lavoratori della ditta Abet Spa, che all’inizio dell’anno erano stati considerati in esubero dalla dirigenza della storica ditta di laminati plastici, hanno raggiunto un’intesa. Per cinque di loro, però, la vicenda non si è ancora conclusa. Dopo lunghe trattative tra la dirigenza e i sindacati provinciali di categoria, si era giunti alla firma di un accordo, che prevede diverse soluzioni.

Una parte dei dipendenti ha deciso di accettare l’uscita incentivata verso la pensione; per altri c’è stata la possibilità di ottenere un ricollocamento interno, con mansioni e ruoli diversi, mentre un gruppo di lavoratori ha accolto la proposta di passare alle dipendenze di una società esterna, che si occupa della logistica. Resta però un gruppo di cinque persone che al momento non hanno trovato un accordo, anche se la procedura per la messa in mobilità scade venerdì 31 maggio.

Abet: in 5 restano a rischio licenziamento a Bra

I cinque lavoratori commentano: «Dopo aver dedicato una vita all’azienda, a oggi riteniamo di non aver ancora ricevuto proposte accettabili, che ci convincano e ci tutelino appieno». Poi aggiungono: «Ci è stato offerto un nuovo posto di lavoro presso una società terza, con garanzie e trattamento economico decisamente inferiori a quelli attuali. Non ci è stata riconosciuta la richiesta di poter continuare a lavorare in Abet, anche in altri reparti, nonostante la nostra disponibilità e capacità in tal senso. Ci hanno offerto una cifra, a nostro parere, irrisoria, qualora avessimo accettato la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro».

Per difendere i loro diritti, i cinque dipendenti si sono rivolti allo studio legale degli avvocati giuslavoristi Nicola Fava e Pier Giuseppe Fissore, che stanno tentando di trovare una soluzione a questa vicenda. Che era iniziata verso fine gennaio, con una comunicazione alle Rsu aziendali – giunta come un fulmine a ciel sereno – in un contesto di ordinativi in aumento e di una politica espansiva dell’azienda, che sta anche pensando alla realizzazione di un nuovo capannone.

Da quel momento, dopo lunghe trattative al tavolo sindacale, si è giunti a un accordo, agli inizi di aprile.

Spiega Stefano Gili, responsabile del personale dell’azienda: «Una trentina di dipendenti è stata ricollocata all’interno di Abet, con un cambio di mansione; quelli che erano più vicini alla pensione sono stati accompagnati a un’uscita incentivata, mentre chi ha deciso di lasciare l’azienda – essendo però ancora lontano da questo traguardo – ha avuto un bonus di oltre 40mila euro. Una trentina di dipendenti sono passati alle dipendenze della Fire stars Spa, che li ha assunti a tempo indeterminato, con le stesse tutele della nostra ditta. Adesso, con un incontro nei prossimi giorni, cercheremo di trovare una soluzione anche per questi ultimi cinque lavoratori, che al momento non sono soddisfatti delle nostre proposte».

Valter Manzone

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