Anche a me Gesù ha chiesto: «Mi ami tu?» Oggi l’ordinazione di don Mario Merotta

Anche a me Gesù ha chiesto: «Mi ami tu?» Oggi l'ordinazione di don Mario Merotta

Don Mario Merotta sarà ordinato prete domenica 12 in cattedrale, alle 16, da Brunetti che l’aveva già ordinato diacono.

ALBA  Da vent’anni vivo intensamente e racconto la mia storia vocazionale indirizzata al sacerdozio. Questa storia è fatta di incontri, di momenti di gioia e di grandi dolori – in ultimo la morte del mio papà Vito – e credo fermamente che non sia fondamentale e utile raccontare la cronologia della mia storia, ma sia più importante cogliere il senso profondo che unisce qualunque vocazione.

Ciò che ho sempre portato nel cuore e nella mente è la domanda che Gesù fa a Pietro: «Mi ami tu?». Al punto che ho proprio scelto questo passo del Vangelo di Giovanni (21,16) come motto per la mia ordinazione.

Ho incontrato Gesù intorno ai tredici anni, quando – prima di andare a scuola – passavo in chiesa per parlare e ascoltare quella scatola dorata (che era il tabernacolo). Parrà incredibile, ma io non sapevo che contenesse il corpo di Cristo! Ne ero attratto e la consideravo un amico, senza pormi nessuna domanda su cosa fosse o cosa contenesse. Semplicemente la scatola mi ascoltava e io le parlavo. Per la mia vocazione ritengo fondamentale non tanto il mio impegno e il mio amore verso gli altri ma la certezza del sentirmi ascoltato e amato da Dio.

Una volta che vivi in te l’amore di Dio, che ti senti amato così come sei nel profondo di te stesso, diventa più naturale amare il proprio nemico e affrontare qualunque difficoltà.

Questo amore percepito nel profondo non ti porta a sentirti un supereroe, perché non sei tu che lotti e vivi ma è Gesù in te che fa tutto ciò. A me spetta il compito di fargli spazio e di essere un mezzo del suo amore, di dargli il mio volto per essere segno del suo amore nel mondo.

don Mario Merotta

Fiat, Cottolengo e poi Seminario

Don Mario Merotta è nato a Torino il 7 novembre 1978, ultimo di cinque figli, da papà Vito, tornato alla casa del Padre, e da mamma Rosaria.

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Dalla famiglia ha avuto la prima educazione alla fede, ma è stato soprattutto nella parrocchia di San Giorgio martire, a Torino, che ha potuto fare, negli anni dell’adolescenza, un’intensa esperienza di fede, prima come ragazzo dell’oratorio e poi come animatore ed educatore. Dopo il diploma di perito meccanico Mario si è specializzato come disegnatore e programmatore di robot presso Isvor Fiat, cominciando a lavorare per la Magneti Marelli. Ha deciso di licenziarsi, per seguire la chiamata che nel tempo era maturata in lui ed è entrato così nel Seminario di Torino nell’autunno del 2001. Durante la formazione ha fatto un’esperienza di due anni presso il Cottolengo del capoluogo oltre a quella di assistente presso il Seminario minore della medesima città.

Questo tratto di cammino si è concluso nel giugno del 2007. In questi 12 anni ha fatto il decoratore di interni ed è stato assunto presso il carcere Le vallette di Torino come insegnante.

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