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A Barolo nasce la sala della fama per gli eroi del vino

Unesco: gli incontri dell’Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli

BAROLO Negli Stati Uniti le Hall of fame – i musei dei famosi – sono roba comune: ce n’è uno per ciascuno degli sport maggiori, ma anche per gli scacchi, il wrestling, per non parlare del cinema e della musica. E Barolo, con il WiMu, fa sua l’idea per celebrare i campioni del prodotto che ha reso celebre il paese e il castello che ospita il WiMu: il vino. Nell’allestimento ideato da François Confino, aperto nel 2010 ci sarà posto per i personaggi che con «carisma e visione, attraverso la loro opera, hanno contribuito a fare dell’Italia un punto di riferimento nel mondo, promuovendo i prodotti e i paesaggi, anticipando spesso le tendenze del pubblico, accendendo i riflettori su vitigni e denominazioni», per usare le parole della Barolo and castles foundation guidata da Marco Damilano, che ha promosso l’iniziativa.

L’inaugurazione e la prima cerimonia di ingresso nella galleria della fama del vino italiano sono in programma sabato 22 giugno, a cinque anni del riconoscimento Unesco per i paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato. Alle 16.30 nel cortile del castello il comitato scientifico della Fondazione, formato da rappresentanti dei Consorzi e personalità del mondo culturale, artistico, intellettuale e imprenditoriale, poseranno nel Museo l’etichetta di un’annata simbolo per raccontare non solo la carriera dell’uomo, ma il punto di svolta nella storia di un vino.

Nella prima scelta che ecumenicamente ha indicato un nome per ciascuna delle zone riunite nell’Unesco, Renato Ratti rappresenterà la Langa, Giacomo Bologna il Monferrato e Matteo Correggia il Roero con le rispettive etichette del Barolo Marcenasco 1965, della Barbera Bricco dell’Uccellone 1982 Braida e del Roero Ròche d’Ampsèj 1996. Per un ritratto dei tre vini, e relativi autori, interverranno il giornalista e divulgatore Massimo Martinelli, che ricorderà la figura di Renato Ratti; Marco Felluga, decano dell’enologia friulana, amico di viaggi di Giacomo Bologna; Coco Cano, artista uruguaiano, amico di Matteo Correggia e ideatore dell’etichetta della cantina roerina.

Le etichette celebrative sono disegnate utilizzando come colori i vini dei tre nomi insigniti del riconoscimento da Rita Barbero – conosciuta anche come Purpleryta: saranno esposte nella sala degli stemmi del castello Falletti di Barolo, sede del WiMu.

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