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Elezioni: ad Alba la Lega decisiva già nel 1995 quando vinse Demaria

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STORIA La storia non si ripete mai uguale a sé stessa, ma si ripete. Ci sono analogie (più o meno apparenti) tra le prime elezioni a doppio turno, nel 1995,  e la consultazione di domenica 26 maggio. Un quarto di secolo fa, il 23 aprile, con la città ancora ferita dall’alluvione, Enzo Demaria vinse con il 51,14 per cento dei voti, dato molto simile a quanto raccolto da Carlo Bo (51,55 per cento). Allora come ora un peso notevole, se non determinante, lo ebbe la Lega nord, arrivata a oltre duemila voti e all’allora massimo storico del 12,26 per cento. In quell’occasione fu eletto per la prima volta l’attuale guida del Carroccio albese, Marco Marcarino, con 121 voti.

Fu una legislatura convulsa, animata dagli strappi con gli allora ragazzi prodigio della politica albese: Alberto Cirio, in corsa con la Lega nord, fu nominato vicesindaco; Mariano Rabino, il candidato più votato di quel turno, divenne assessore. Entrambi furono protagonisti di un divorzio epocale con il sindaco: Cirio fu revocato a ottobre del ’97 e sostituito da Giuseppe Gobino; rientrerà in Consiglio sei mesi dopo, andando a occupare il posto lasciato libero dalle dimissioni di Marcarino.

A sua volta Rabino lasciò alla vigilia delle nuove elezioni, a febbraio del ’99. Nelle amministrative di quell’anno Rabino, con una sua lista, si presentò da solo come Cirio, appoggiato anche dalla Lega (scesa poi sotto al 7 per cento): il risultato fu la vittoria di Giuseppe Rossetto al ballottaggio con Demaria. La tornata successiva non ebbe storia, come si dice nello sport: Rossetto tornò in Municipio in carrozza con il 63,34 per cento. Molto più combattuta la sfida del 2009: sei candidati, tra i quali Cervella; Carlo Castellengo ottenne un discreto vantaggio al primo turno su Maurizio Marello, che però al ballottaggio vinse a mani basse con quasi il 58 per cento; il centrosinistra vinse anche la contesa davanti al Consiglio di stato per l’attribuzione dei seggi ai consiglieri.

Cinque anni fa Giuseppe Rossetto tornò a candidarsi per la poltrona di sindaco in una corsa con altri quattro pretendenti, ma Marello riuscì a evitare il ballottaggio per 162 voti e ad accedere al secondo mandato. In quell’occasione fu Carlo Bo a essere il più votato, mentre il Movimento 5 stelle faceva per la prima volta il suo ingresso in sala del Consiglio con il suo candidato Ivano Martinetti, è diventato consigliere regionale. Dal passato più o meno recente al presente a conteggi ancora non ufficiali: la Lega superando il 14 per cento alle comunali è stata determinante per la vittoria di Bo, come si è accennato.

Si può dire che il fascino del simbolo con Alberto da Giussano abbia attratto gli elettori più della lista stessa, che ha raccolto in totale circa 800 preferenze sulle oltre quattromila disponibili (ogni votante poteva esprimere due preferenze). Lo stesso discorso, in parte, si può fare per il M5s, che rispetto al 2014 ha perso più o meno quattrocento voti di lista. Dalla parte della barricata di Olindo Cervella hanno pagato dazio il Pd – oltre mille voti in meno – e Alba attiva e solidale, che rispetto al turno precedente non ha schierato candidati da oltre cento preferenze, come Paola Farinetti e Liliana Allena. Quest’ultima ha portato a Per Alba-Cirio – passaggio di campo tra le polemiche – 206 voti e apre la non nutrita pattuglia di coloro che hanno superato quota 200. Il mister preferenze è l’assessore uscente Alberto Gatto (590) seguito, in ordine sparso, dai colleghi Fabio Tripaldi (Alba città per vivere, lista che ha mantenuto lo stesso consenso del 2014), Elena Di Liddo e Claudio Tibaldi; Emanuele Bolla (FdI), Daniele Sobrero (Alba domani), Elisa Boschiazzo e Leonardo Prunotto (FI).

Paolo Rastelli

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