Il jazz ad Alba nelle versioni di grandi band

ALBA Manca poco all’Alba jazz festival, in programma dal 6 al 9 giugno nel centro di Alba. In cabina di regia l’associazione Alba jazz, con Fabio Barbero alla direzione artistica: «Dopo tredici edizioni, il festival è diventato un appuntamento fisso per gli albesi e i turisti. Quest’anno proporremo diverse versioni del jazz, per un viaggio temporale e sonoro: dal jazz delle origini, che trasporterà il pubblico nelle atmosfere di New Orleans, a quello fusion, una delle ultime versioni, nata nella modernissima New York. Ma ci sarà anche spazio per la sperimentazione e l’improvvisazione, per quattro serate dal sapore diverso, con la presenza di artisti di fama internazionale».

Il jazz ad Alba nelle versioni di grandi band
Gli Yellowjackets

Si comincia giovedì 6 giugno, alle 21.15 nell’arena del teatro Giorgio Busca, dietro al San Domenico, con gli Yellowjackets, gruppo leggendario del jazz fusion. «La loro musica non è chiusa entro confini precisi, ma si apre a generi diversi dal jazz, attraverso nuove combinazioni espressive», anticipa Barbero. Il quartetto, formato da Russell Ferrante alle tastiere, Bob Mintzer al sax, Will Kennedy alla batteria e Dane Alderson al basso elettrico, sarà ad Alba per la sua unica data italiana (in caso di maltempo, il concerto si svolgerà all’interno del teatro). Dalla seconda serata, il festival si sposterà in piazza Michele Ferrero. Tutti i concerti, che in caso di pioggia si svolgeranno sotto l’ala coperta del mercato di piazza Cagnasso, inizieranno alle 21.15.

Venerdì 7 giugno, arriveranno due grandi nomi del jazz italiano: Fabrizio Bosso e Mauro Ottolini, con Storyville story, uno spettacolo musicale che ricostruisce l’atmosfera del jazz delle origini. Con la voce di Vanessa Tagliabue Yorke, Paolo Birro al piano, Giulio Corini al contrabbasso e Paolo Mappa alla batteria, porteranno sotto le torri l’energia di New Orleans. La serata di sabato 8 giugno sarà invece all’insegna dell’improvvisazione, con il Rosario Bonaccorso New home quartet. Il celebre contrabbassista guida Fulvio Sigurtà alla tromba, Enrico Zanisi al piano e Alessandro Paternesi alla batteria. Secondo Barbero, «si tratta di quattro musicisti molto diversi tra loro, che esprimono una creatività differente, basata sull’improvvisazione emotiva».

Il gran finale è in programma per domenica 9 giugno, con l’Omer Avital quintet, con il progetto Qantar. Avital al contrabbasso, Alexander Levin e Asaf Yuria al sax, Eden Lavin al piano e Ofri Nehemya alla batteria sono un quintetto di origini israeliane, che ha fatto della sperimentazione la sua cifra distintiva. «Sperimentare significa osare linguaggi nuovi, anche a partire da un tipo di musica preesistente, arrivando a stravolgerla: una serata per esprimere l’essenza del jazz, un genere in continuo divenire», conclude Barbero.

I concerti saranno con ingresso gratuito, con l’eccezione della serata di apertura, con biglietto al prezzo di 15 euro acquistabile sul sito www.ticket.it. Ogni giorno del festival, dalle 18, nei locali del centro andranno in scena gli Aperitivi in jazz.

Francesca Pinaffo

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