Il territorio ieri e oggi: l’alta Langa

ANALISI L’alta Langa: colline i cui crinali sono compresi tra i 700 metri e i 900, con pendii molto lunghi protesi verso i fondovalle, perlopiù stretti a seguito della pendenza dei versanti. I suoli di crinale e di mezza-costa presentano una fertilità contenuta, per lo strato superficiale di terreno limitato dalla base sottostante. Nelle parti più basse, la fertilità è maggiore ma è più ridotta la disponibilità di sole nell’arco della giornata. Non mancano i versanti ben provvisti di acqua, anch’essi abbastanza circoscritti e presenti nelle aree più basse.

Abbondano i boschi e l’agricoltura è stata condizionata dai fattori ambientali: irraggiamento solare, acqua, basse temperature e fertilità dei suoli.

In affiancamento ai boschi, sono altresì presenti numerosi pascoli o prati-pascoli. Nel passato, la superficie indicativa delle singole unità rurali era di tre o quattro ettari, pur con la presenza in ogni paese di poche grandi entità (circa venti ettari).

Il territorio ieri e oggi: l’alta Langa 1

In questi ambiti, la pastorizia era comune a tutti i gruppi familiari. La maggior parte di famiglie possedeva pochi capi, giusto per il loro fabbisogno. In prossimità del periodo della riproduzione, verso la metà di settembre, tante piccole unità di bestiame erano riunite e ospitate presso poche aziende. Esse provvedevano alla disponibilità del maschio e quindi le trattenevano per circa un mese, accudendole come proprie. La produzione di formaggio era interamente artigianale: ciò che eccedeva oltre il proprio fabbisogno era venduto. Oggi, tanta capillarità si è persa e si sono costituiti caseifici, piccoli ma ben attrezzati, specifici delle unità produttive più specializzate, dove i consumatori possono accedervi per gli acquisti.

Sotto il profilo colturale, il nocciolo è stato sempre presente: pianta abbastanza resistente a dette condizioni ambientali, seppur esse ne condizionino la resa quantitativa.

Nell’ambito di un’agricoltura familiare e promiscua, non mancavano i seminativi: frumento, segale, mais, orzo; utili per il consumo e quale integrazione alimentare per gli animali. Alcuni vigneti di Dolcetto erano poi necessari per il vino quotidiano in ogni famiglia. Poche piante da frutta completavano il quadro di quest’attività agricola volta più alla produzione di ciò che occorreva al sostentamento che al reddito.

Il territorio ieri e oggi: l’alta Langa

Anche a quei tempi, tuttavia, non mancò la ricerca di alternative che potessero integrare la ricchezza familiare senza che la vita rurale ne fosse modificata. La coltivazione del fagiolo si diffuse circa una cinquantina di anni or sono. I terreni erano in gran parte ideali e così anche il clima non troppo caldo dei mesi primaverili. Nei primi anni questa produzione fu estesa tanto da costituire una tipicità del territorio. Successivamente, gli spazi prima destinati ai fagioli furono sostituiti con i noccioleti e la coltura perse progressivamente di importanza.

Una coltivazione stagionale che invece non ha mai mutato rilevanza è la patata. I terreni, in gran parte ricchi di sabbia, e il ciclo colturale breve di questa specie hanno permesso che in quasi tutti gli ambiti fosse coltivata con profitto. Le particolari caratteristiche pedologiche dei suoli, poi, hanno costituito i fattori fondamentali di caratterizzazione qualitativa dei tuberi. Ancor oggi, le produzioni sono riconosciute uniche a livello organolettico. La conformazione orografica dei pendii, tuttavia, ha impedito la formazione di estese unità colturali e quindi, pur se importante, la patata ha occupato spazi ristretti di superficie.

L’agricoltura del passato, quindi, si può descrivere come un’attività produttiva con una propria dignità, volta principalmente al fabbisogno dei nuclei familiari. La sua evidente promiscuità concorreva all’equilibrio tra la spontaneità dei luoghi e le esigenze colturali.

Arrivando ai tempi più recenti, la crescente modernità ha accentuato le differenze di lavoro tra queste aree e quelle poste a minore altitudine, dove i vigneti erano oramai molto estesi e le potenzialità di reddito più elevate.

Negli ultimi due decenni, la corilicoltura ha avuto incrementi notevoli, togliendo ai seminativi ulteriori spazi. Anche riguardo alla viticoltura è sorto un maggiore interesse, anche da parte di imprenditori non del luogo, sia perché l’impianto dei vigneti poteva essere economicamente conveniente sia in quanto l’evidente cambiamento climatico ha attenuato le limitazioni che il clima di maggior quota aveva posto. Si è così avviato un mutamento. Alcuni pascoli da sempre presenti sono stati soppiantati da nuovi vigneti. Questa trasformazione indotta dalla nuova imprenditoria è oggi ancora nella sua fase iniziale. La superficie già modificata non è ancora quantitativamente elevata. È tuttavia da presumere che in futuro si incrementi ulteriormente a discapito degli ambienti ancora spontanei.

I tempi cambiano. La necessità di lavoro e di maggior reddito è in crescita. È tuttavia da considerare come gli equilibri tra la flora e la fauna assestati nel tempo non potranno più ricostituirsi nella stessa misura. È pertanto opportuno che i cambiamenti avvengano in modo lento e progressivo.

Edoardo Monticelli

Banner Gazzetta d'Alba