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Si era fermata per aiutare un automobilista in difficoltà, così è morta Lidia

Si era fermata per aiutare un automobilista in difficoltà, così è morta Lidia

CAVALLERMAGGIORE I riscontri effettuati dai militari della compagnia di Savigliano intervenuti sul luogo dell’incidente con i carabinieri della stazione di Cavallermaggiore, hanno fatto luce sulla successione di eventi che ha condotto alla morte dell’infermiera braidese Lidia Nejrone e di Gianfranco Alberto (49 anni residente a Carmagnola) nella notte di domenica 2 giugno in frazione Foresto.

Un primo veicolo condotto dalla vittima carmagnolese (una Opel Frontera) si sarebbe fermato in un tratto curvilineo della Provinciale 195 “Reale” per un problema al carrello appendice (forse finito fuori strada) quando due auto una Kia guidata da un cittadino di origini marocchine (illeso) e una Golf condotta dall’infermiera hanno accostato per fornire supporto al guidatore, un commerciante di gelati (a bordo della Volkswagen si trovava il 25enne guineano ricoverato in codice rosso): poco dopo lo schianto.

Una Maserati Levante condotta da un uomo residente a Cavallermaggiore (a bordo la compagna e la figlia), ha travolto il capannello di persone. L’intervento di 4 autoambulanze dei presidi territoriali di Savigliano, Bra, Sommariva Bosco e Fossano non ha potuto evitare il peggio per le due vittime, trasferito a Savigliano per la riduzione chirurgica delle fratture il giovane guineano residente a Cavallerleone.

Davide Gallesio

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