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Carlo Bo: sindaco pure di chi non mi ha votato

Olindo Cervella ha criticato le numerose deleghe tenute per sé dal primo cittadino e la mancanza di un assessorato allo sport

ALBA Tanta emozione, persino qualche lacrima, una valanga di applausi, qualche mugugno, ma anche le prime polemiche e la sensazione che il tentativo di dialogo tra maggioranza e opposizione non sia andato nel migliore dei modi. Per il primo Consiglio – il 18 – del tempo di Carlo Bo la sala era gremita all’inverosimile e rivoluzionata nella sua disposizione, con la maggioranza seduta alla destra del sindaco e la minoranza alla sua sinistra.

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Carlo Bo, sindaco di Alba

Ad aprire le danze è stato il consigliere “anziano” (il più votato) Alberto Gatto, campione di preferenze, con 622 voti. Classe 1990, l’ex assessore Gatto ha ricordato l’ingresso in Consiglio poco più che maggiorenne e ha rivolto gli auguri ai due millennials eletti: Lorenzo Barbero (Lega) ed Ester Marello (figlia dell’ex sindaco del Pd).

Il primo consigliere a prendere la parola è stato il candidato sindaco sconfitto Olindo Cervella che ha provato a innescare la polemica, ma senza affondare il colpo. Cervella ha ricordato l’assenza di conflitti di interesse della precedente sindacatura di Maurizio Marello e ha dichiarato: «Gli eletti, in particolare quelli che hanno ricevuto deleghe, non siano investiti dal Comune di operatività di genere incompatibile con la carica che saranno chiamati a ricoprire o, eventualmente, cessino ogni operatività che abbia come committente il Comune stesso o enti da esso partecipati».

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Alberto Gatto

Non è stato chiaro se Cervella si riferisse a qualcuno in particolare; certo è che nessun momento sarebbe stato propizio come il primo Consiglio per esprimere eventuali perplessità sull’Esecutivo. Cervella ha criticato invece chiaramente la scelta di Carlo Bo di indicare gli assessori a 20 giorni dalle elezioni: «Da un imprenditore mi aspettavo la nomina della Giunta in tempi più brevi, tenendo presente quanti progetti la cittadinanza aspetta», puntando poi il dito sulle deleghe che il sindaco ha tenuto per sé: «Non ho capito perché il sindaco abbia deciso di separare le deleghe di cultura e turismo. Nemmeno comprendo perché si sia tenuto 12 deleghe: il confine tra volersi impegnare e la temerarietà è labile. In ultimo, ricordo che più volte l’opposizione ha criticato la scelta di Marello di non avere un assessore allo sport e poi scopro che non ci sarà nemmeno nella Giunta di Carlo Bo», ha fatto osservare Cervella.

Immediata è arrivata la replica del primo cittadino che ha ricordato come anche Maurizio Marello avesse tenuto per sé le medesime 12 deleghe e ha aggiunto: «Fare il sindaco non è come amministrare un’azienda: ho preso tempo per confrontarmi, discutere e scegliere nel migliore dei modi. Ringrazio i 9.004 albesi che hanno votato il centrodestra, ma ricordo e saluto anche i 7.239 elettori del centrosinistra, i 747 del Movimento 5 stelle e i 647 a sostegno della lista di Lorenzo Paglieri. Il sindaco è sindaco di tutti e il voto va rispettato, quindi ricorderò sempre che l’opposizione rappresenta quasi la metà della popolazione e che per me una delibera votata all’unanimità vale mille volte rispetto a una approvata solo dalla maggioranza. Ringrazio chi non c’è più: mio padre, l’amico Pino e l’amico Vincenzo, scomparso da poche settimane», ha concluso, commosso, il suo primo intervento Carlo Bo.

Marcello Pasquero

Boeri eletto presidente ma alla terza votazione

Il momento più convulso del Consiglio comunale albese del 18 giugno è arrivato con la votazione per il presidente, appannaggio dell’opposizione in alcune Amministrazioni, ma passato tra le mani della maggioranza già con il sindaco di centrosinistra Maurizio Marello. Dalla minoranza ci si aspettava un voto per Domenico Boeri o un’astensione, mentre l’opposizione ha votato compattamente invece per l’ex vicesindaco Elena Di Liddo.

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Da sinistra: Emanuele Bolla, Domenico Boeri e Carlo Bo

Domenico Boeri (Per Alba-Cirio) è stato comunque eletto dopo tre tornate di votazioni. Nelle prime due il candidato non ha raggiunto i due terzi dei suffragi, con 16 preferenze su 25 consiglieri. Alla terza tornata, a maggioranza assoluta, il designato dal centrodestra ha ottenuto di nuovo 16 voti – 9 per Elena Di Liddo –e così l’esponente di Per Alba-Cirio è diventato presidente del Consiglio comunale. Vicepresidente è stata designata Elena Di Liddo, con 20 voti ottenuti da minoranza e maggioranza, a esclusione dei 5 esponenti della Lega che le hanno preferito Mario Marano.

LE COMMISSIONI

Nella commissione elettorale sono stati eletti Lorenzo Barbero e Stefania Balocco per la maggioranza ed Ester Marello per l’opposizione con supplenti Maria L’Episcopo, Clelia Vezza e Fabio Tripaldi. Per gli elenchi dei giudici popolari i due nomi indicati dal Consiglio comunale albese sono invece stati quelli di Gabriele Mutti e Claudio Tibaldi.

IL PRESIDENTE

Domenico Boeri, commercialista, vicepresidente di Famija albèisa, è stato eletto presidente del consesso civico e ha indossato per la prima volta martedì 18 giugno la fascia con i colori bianco e rosso, simbolo della città. Ecco le sue parole.

Boeri, che cosa significa essere presidente del Consiglio per lei?

«Ognuno ha una propria storia politica, di cui è espressione, ma questo non sarà di ostacolo alla mia ferma volontà di imparzialità ed equidistanza, con il fine di garantire una democratica dialettica tra i consiglieri, alla ricerca dell’equilibrio che il presidente del Consiglio ha il dovere di esercitare. Nessuno di noi deve dimenticare la distinzione fra passione politica e senso delle istituzioni: il Consiglio è l’ambiente naturale in cui, con dialogo e confronto, si può e si deve contribuire al progredire della comunità, che ha una storia di libertà e porta con orgoglio sul gonfalone la medaglia d’oro al valor militare. Il mio impegno sarà dedicato alla necessità di garantire e tutelare i diritti e le prerogative dei consiglieri, assicurando l’esercizio effettivo delle loro funzioni nell’osservanza e nel rispetto delle leggi, dello statuto e dei regolamenti».

In quale direzione comincerà a operare?

«Tenterò di rilanciare il ruolo del Consiglio comunale, adoperandomi al massimo perché possa essere dato maggior risalto alle sedute, per riavvicinare la gente alla politica e far comprendere che dipende dal comportamento di coloro che la esercitano. Credo molto anche negli strumenti forniti dal regolamento del Consiglio; in primis l’ufficio di presidenza, la conferenza dei capigruppo, la commissione permanente del regolamento e le altre commissioni, che garantiscono la partecipazione di tutti gli eletti».

Nel primo Consiglio, non sarebbe stato un buon segnale votare all’unanimità il presidente invece di eleggerla al terzo turno? Se lo aspettava?

«Non voglio fare polemiche. Ammetto che sarebbe stato un bel segnale per partire a lavorare insieme nel migliore dei modi un voto all’unanimità. In realtà, pensavo davvero che la minoranza si astenesse e non mi aspettavo che indicasse, compatta, un altro nome».

Gli assessori, i nuovi ingressi e i capigruppo

Il sindaco Carlo Bo ha poi presentato al Consiglio comunale la Giunta, formata da: Emanuele Bolla (vicesindaco), Fernanda Abellonio (urbanistica), Carlotta Boffa (cultura), Elisa Boschiazzo (servizi sociali), Bruno Ferrero (finanze), Marco Marcarino (ambiente e Polizia municipale) e Massimo Reggio (lavori pubblici).

I cinque assessori hanno “liberato” cinque posti in Consiglio comunale, con due ulteriori caselle lasciate vuote da Leonardo Prunotto, che diventerà capo di gabinetto del sindaco, e Liliana Allena, che ha presentato dimissioni immediate per scongiurare un conflitto d’interessi con il suo ruolo di presidente dell’ente Fiera.

Sono così entrati i consiglieri esclusi più votati, ad eccezione della lista di Carlotta Boffa, dove Franco Pensato ha rinunciato all’opportunità in luogo del terzo più votato della lista, l’ex esponente di Alleanza nazionale già candidato sindaco, Olinto Magara, che si è seduto tra i banchi di Piazza Duomo forte di 36 preferenze, il meno votato tra i 25 consiglieri.

Per la Lega sono entrati nell’assemblea Italo Magliano e Gabriele Mutti, per Forza Italia Mario Sandri e Stefania Balocco, Sebastiano Cavalli per Alba 2019-Fratelli d’Italia e Nadia Gomba per la lista Per Alba Cirio.

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Olindo Cervella al centro del banco della minoranza

Tra gli interventi più appassionati c’è stato quello di Olinto Magara che ha ricordato l’elezione, 20 anni fa: «A quei tempi, con un partito ormai defunto (Alleanza nazionale). Sic transit gloria mundi». È stata solo una delle tante citazioni in latino del neoconsigliere, che ha concluso chiedendosi quale risultato avrebbe potuto ottenere Carlotta Boffa se avesse annunciato la candidatura un anno prima. Mario Sandri ha invece detto di voler essere il consigliere di tutti gli albesi e non solo della maggioranza, mentre Elena Alessandria (Lega) ha ringraziato gli elettori del Carroccio. Sebastiano Cavalli ha concluso ringraziando Alba. Dall’altra parte della sala Olindo Cervella ha annunciato che la minoranza manterrà quattro gruppi consiliari, corrispondenti alle quattro liste del centrosinistra.

I capigruppo indicati da maggioranza e opposizione sono: Elena Alessandria (Lega), Daniele Sobrero (Alba domani), Mario Sandri (Forza Italia), Nadia Gomba (Per Alba), Olinto Magara (lista Carlotta Boffa), Sebastiano Cavalli (Alba 2019-Fratelli d’Italia), Olindo Cervella (Impegno per Alba), Anna Chiara Cavallotto (Con Cervella per Alba attiva e solidale), Alberto Gatto (Pd), Fabio Tripaldi (Alba città per vivere).

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