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Dopo-Acna: la valle non ci sta

Dopo-Acna: la valle non ci sta

IL CASO A vent’anni dalla chiusura dell’Acna e quando ne manca ancora almeno uno alla fine della bonifica – secondo quanto afferma Eni-Syndial sul proprio sito –, in Valle Bormida torna a tirare aria di protesta. Da Cengio stanno arrivando segnali che hanno rimesso in allarme amministratori e associazioni. Il più recente riguarda il progetto di riutilizzo del sito presentato nei giorni scorsi da Eni-Syndial agli amministratori locali. Si tratterebbe di un impianto per trasformare la parte umida dei rifiuti solidi urbani in un olio da usare come combustibile o biocarburante. La proposta è arrivata – forse non casualmente – pochi giorni dopo quella lanciata a Savona dal Centro studi per la tutela e lo sviluppo sostenibile del bacino del Mediterraneo, che prevedeva la realizzazione nel sito ex Acna di una pista per auto elettriche.

Il primo a bocciare l’idea dell’Eni è stato Pier Giorgio Giacchino, che negli ultimi anni è stato il referente dei sindaci piemontesi per le questioni legate al dopo-Acna. «Su quell’area possiamo accettare una destinazione a servizi, ma non vogliamo impianti produttivi. Abbiamo soluzioni e progetti ad alto indice di occupazione e impatto zero (ossia, la pista, di cui Giacchino parlò già nel 2003, nda), ma niente rifiuti in quella che sarà per sempre una bomba innescata sulla nostra testa», afferma Giacchino.

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Nell’ottobre del 2010, il Ministro dell’ambiente e le due Regioni annunciarono che la bonifica era terminata.

Anche l’Associazione rinascita Valle Bormida, con un documento firmato da Massimo Trinchero e Roberto Meneghini, ha criticato il progetto. A prescindere dall’impatto ambientale dell’impianto, l’associazione sottolinea che arriveranno a Cengio almeno 1.500 tonnellate all’anno di rifiuti, con il passaggio di centinaia di mezzi pesanti nei piccoli paesi della zona. «Il progetto caratterizzerebbe la valle come un polo dei rifiuti e ne pregiudicherebbe ogni possibile rilancio», scrive l’Associazione.

Critiche arrivano anche dal sindaco di Cortemilia e presidente dell’Unione montana Roberto Bodrito: «Prima si devono risolvere i problemi esistenti e poi si potranno proporre cose nuove. Vigileremo sulla proposta dell’Eni e vogliamo essere coinvolti nelle decisioni, anche per quanto riguarda la transazione sul danno ambientale». I sindaci del versante cuneese hanno deciso di opporsi al progetto di Eni-Syndial e di chiedere un incontro – possibilmente in Valle Bormida – ai vertici della Regione, presidente e assessore all’ambiente.

Di Acna si è parlato anche lunedì, a Torino, in un incontro tra amministratori valbormidesi e tecnici regionali relativo alla valutazione di impatto ambientale “postuma” prevista sul sito di Cengio, operazione quantomeno insolita e avviata – con qualche anno di ritardo – con l’obiettivo di evitare una maximulta da Bruxelles, visto che sulla bonifica dell’area incombe una procedura di infrazione europea.

Intanto, complice il gran caldo degli ultimi giorni, a Brignoletta di Cengio e a Saliceto è tornato a farsi sentire in modo pesante il problema dei cattivi odori provenienti dal sito. Su segnalazione di alcuni cittadini i tecnici dell’Associazione rinascita Valle Bormida hanno effettuato verifiche sul posto e hanno inviato un dettagliato documento ai Ministeri dell’ambiente e della salute, alle due Regioni, alle Province di Cuneo, Asti, Alessandria e Savona, alle Procure di Savona e Cuneo e all’Unione europea.

Corrado Olocco

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