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La raccolta differenziata è al 67,7%, ecco i paesi più “ricicloni” e i meno virtuosi

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La raccolta differenziata è al 67,7%, 11,2 punti in più rispetto a 2 anni fa

“67,7% di raccolta differenziata nella zona del Coabser, 4 punti percentuali in più del 2017, ben 11,2% in più rispetto al 2016. I numeri che saranno presentati nell’assemblea di giovedì 11 luglio sono davvero da record per il Consorzio albese-braidese servizi rifiuti guidato da Silvano Valsania, che nel 2018 supera quota 65% di differenziata indicata dalla Regione come l’obiettivo da raggiungere nel 2020. L’unica nota stonata in un contesto generalizzato di crescita

è il calo di 2 punti della raccolta nel Comune di Alba, da 67,3% a 65,5%.

L’assessore uscente all’ambiente Massimo Scavino commenta: «Non dimentichiamo però che Alba negli ultimi anni

È cresciuta di quasi 20 punti percentuali nella differenziata e ha raggiunto già nel 2017 l’obiettivo del 65%. Questo calo minimo può essere causato da più fattori, senza dimenticare che sulla capitale delle Langhe orbitano quasi 100mila persone ogni giorno e si registrano quasi mille turisti ogni notte sul suo territorio».

Quello di Alba non è il dato più eclatante. Fanno peggio Santo Stefano Belbo e Serralunga, paesi a forte vocazione vinicola che differenziano meno oggi rispetto al 2016.

Le performance migliori arrivano invece dai paesi che hanno adottato il sacco prepagato, su tutti tre Comuni roerini.

“67,7% di raccolta differenziata nella zona del Coabser, 4 punti percentuali in più del 2017, ben 11,2% in più rispetto al 2016. I numeri che saranno presentati nell’assemblea di giovedì 11 luglio sono davvero da record per il Consorzio albese-braidese servizi rifiuti guidato da Silvano Valsania, che nel 2018 supera quota 65% di differenziata indicata dalla Regione come l’obiettivo da raggiungere nel 2020. L’unica nota stonata in un contesto generalizzato di crescita è in calo di 2 punti della raccolta nel Comune di Alba, da 67,3% a 65,5%.

IMMONDIZIA / 3

Se ci sono le eccellenze sono da sottolineare anche i dati dei 19 Comuni che ottengono un risultato tra il 65% e il 75%. Basti pensare che nel 2017 i paesi che hanno riciclato più del 65% erano 10, ma nel 2018 sono stati ben 34.

Sale tantissimo Vezza, che chiude il 2018 con un ottimo 74,9% di materiali riciclati, seguita da Sinio (74,7), Sanfrè (74,6), Govone (74,1), Monforte (73,4), Barolo (72,4), Neive (71,8), Novello (71,8). Sopra al 70% si colloca anche Montaldo Roero con 71,3, Castiglione Tinella (71,1) e Bra (70,9), un Comune che nel 2019 dovrebbe superare il 90%.

Poco sotto il 70% sta Priocca, con il 69,9%, poi Castagnito con il 68,9, Baldissero (67,5), Treiso (67,2), Monteu Roero (66,9), Santo Stefano Roero (66,7), La Morra (66,3) e infine Alba (65,5).

Sono vicini al raggiungimento del 65% previsto dalla legge entro il 2020 Cherasco e Montà, con il 64,6%, Trezzo Tinella al 64,1, Grinzane e Montelupo al 64. Neviglie chiude il 2018 al 63,3%, Cervere al 62,6, Sommariva Perno al 60,9 e Bene Vagienna al 60,1.

Sotto il 60% rimangono solamente 12 Comuni: Sommariva Bosco, Guarene e Mango al 59%, Piobesi e Serralunga a 58, Narzole al 57, Canale e Rodello al 56, Santo Stefano Belbo, Monchiero e Diano al 55, con Corneliano, 54,8 a chiudere la classifica. m.p.

Crescono i centri virtuosi

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L’11 luglio potrebbe essere l’ultimo giorno da presidente del Coabser di Silvano Valsania. Ma i numeri che presenterà in assemblea ai sindaci di Langhe e Roero saranno lusinghieri al punto che per il vicesindaco di Montà potrebbe arrivare una conferma. Un avvicendamento a pochi mesi dal 2020, anno fissato per il raggiungimento Ue degli obiettivi nella raccolta differenziata, potrebbe risultare deleterio, alla luce delle proiezioni da record nel 2019 nei paesi che hanno adottato il sacco prepagato. Su tutti Bra, che avrebbe superato nei primi 5 mesi dell’anno in corso il 90% di raccolta differenziata, uno dei dati più alti a livello nazionale ed europeo per una città di queste dimensioni.

«Le proiezioni che abbiamo fanno pensare che il 2019 sarà da record: i 36 Comuni che hanno adottato il sacco conforme in un anno hanno aumentato la raccolta differenziata fino al 40%», commenta Valsania. Nel 2014 solo 3 Comuni su 55 differenziavano oltre il 65%, oggi sono 34, ben 25 sono sopra il 70% e 6 sopra l’80%. Solo 20 centri producono più di 159 chili di rifiuti indifferenziati; mentre nel 2014 solo due erano sotto il limite di legge oggi sono 35.

Nel 2014 il Comune meno “riciclone” differenziava il 22%, nel 2018 la maglia nera va a Corneliano, ma con il 54,8%.

La palma di “riciclone” va, invece, ancora una volta a Marene con l’87,6%, seguito da Camo (86,3). In terza posizione sale Magliano Alfieri con l’84,6% seguito da Cossano Belbo con l’83,8 e da Verduno con l’82,9. Sopra l’80 per cento anche Salmour; poco sotto Santa Vittoria (79,2), Barbaresco (78,2), Monticello e Ceresole (77,8), Castellinaldo (77,5), Roddino (76,9), Pocapaglia (76,7), Roddi (76,6) e Castiglione Falletto con il 75,9%.

I migliori del 2018 sono stati tre Comuni del Roero, a partire da Castellinaldo che ha ridotto di 124 chili l’indifferenziato per abitante con un taglio del 56,8%; sul podio anche Magliano (108 chili in meno e –48,3%) e Castagnito (–102 chili e –43,4%).

Marcello Pasquero

Se Alba puntasse sul sacco prepagato

IMMONDIZIA / 5

Alba è il Comune del Coabser che, con Serralunga e Santo Stefano Belbo, fa peggio rispetto al 2017. L’obiettivo del 65% di raccolta differenziata è raggiunto, ma rimangono lontani gli altri traguardi. Negativo, rispetto al 2017, anche il dato dell’indifferenziato pro capite, salito da 239 chili a 243 nel 2018 (159 chilogrammi l’obiettivo indicato dalla Regione entro il 2020), in controtendenza con il dato degli anni precedenti: nel 2016 ad Alba erano state prodotte 750 tonnellate in meno rispetto al 2016 di rifiuti indifferenziati. La proiezione per il 2019 è di 268 chili per abitante.

Negativo anche il dato della quantità totale di rifiuti prodotti (obiettivo della Regione nel 2020: 455 chili): Alba sfiorava a fine 2016 i 600 chili per abitante, in forte calo rispetto agli 800 del 2010. Nel 2017 questo numero è tornato a salire fino a 730 chili pro capite, per arrivare a 775 nel 2018. A meno di un’inversione di tendenza la città – con tutte le giustificazioni del caso: presenza di grandi aziende, manifestazioni e numero dei turisti in aumento – rischia di diventare la pecora nera del Coabser e l’unica con Serralunga ad avere un outlook (previsione) negativo, mutuando un termine dalla finanza, in un contesto di un territorio che migliora. La soluzione per il neoassessore Marco Marcarino potrebbe risiedere nel sacco prepagato? Le proiezioni su Bra direbbero proprio di sì. m.p.

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