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Costituita ad Arguello la prima unione fondiaria

Costituita ad Arguello la prima unione fondiaria

ARGUELLO Il Comune di Arguello è uno degli otto soci fondatori della nuova associazione fondiaria senza scopo di lucro denominata Ritorno al futuro. È il punto di arrivo e allo stesso tempo di ripartenza di un processo iniziato nel 2017, dopo un convegno svoltosi nella sede dell’Unione montana alta Langa e i successivi incontri tenuti dal professor Andrea Cavallero della facoltà di Agraria. Ritorno al futuro conta su quindici ettari di terreni abbandonati situati, da statuto, nel territorio arguellese, su un versante esposto a sud-sud‐ovest, completamente terrazzato con muri in pietra a secco.

Spiega il sindaco Alessandro Fenocchio: «Il Comune vuole essere una figura di garanzia e ha affrontato, come buon auspicio, la spesa della nascita dell’associazione in termini fiscali: nulla viene addebitato ai soci e nulla sarà richiesto a chi vorrà conferire i propri terreni. Si tratta di un’associazione senza fini di lucro, il cui obiettivo è ottenere un maggior valore del terreno conferito. Un terreno lavorabile, con strade accessibili, muri ripristinati e con una rete controllata per il deflusso delle acque piovane, ha un valore superiore rispetto a un gerbido».

Sarà un processo di medio-lungo termine e in futuro si intendono organizzare incontri per fornire chiarimenti e spiegare gli obiettivi, tra cui il contrasto al dissesto idrogeologico, il recupero dei terreni abbandonati e il ripristino dei muretti a secco. Prosegue Fenocchio: «Ho suggerito ai soci la denominazione Ritorno al futuro, perché riassume quello che è il nostro sogno: ritornare a gestire dei terreni coltivati per secoli, come forma di rispetto per le fatiche compiute nella realizzazione dei selciati e dei terrazzamenti, veri e propri monumenti che vanno ripuliti dai rovi e valorizzati come meritano». I proprietari fondiari non perderanno la titolarità dei terreni concessi all’associazione e in un qualsiasi momento potranno riprenderne possesso, ma con il valore aggiunto allo scadere del conferimento. Nel frattempo, l’associazione cercherà, attraverso la partecipazione a bandi di finanziamento, di migliorare i terreni ripristinando, ad esempio, gli accessi, i muretti e i terrazzamenti preesistenti o pulendo il tutto dai rovi.

Le entrate potrebbero derivare anche dall’affitto dei fondi, una volta resi lavorabili. Di fronte a richieste di utilizzo da parte di aziende agricole, il consiglio direttivo dell’associazione – sulla base del piano di gestione redatto da un agronomo e delle consulenze anche di geologi – valuterà per quali attività saranno più o meno adatti gli ettari disponibili e per quanto tempo.

Ci si domanda quali potrebbero essere gli usi possibili. Svariati, rispondono i fondatori: dalla coltivazione dei ceci, a quella dello zafferano, passando per la lavanda o per il pascolo delle pecore. Un “Ritorno al futuro”, dunque, tutto da costruire, ma con ottime intenzioni e prospettive.

Giorgia Barile

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