Con Paolo Tibaldi scopriamo l’origine della parola piemontese “Pantaleȓa”

Con Pao

Pantaleȓa: Lembo di tetto sporgente all’infuori, o piano inclinato, su cui si fa rimbalzare la palla nell’omonimo gioco di pallapugno.

Tra questa parte del Piemonte e una parte della Liguria, non c’è paese che non abbia una piazza adattata a divenire la lizza di proverbiali partite di pallone nelle domeniche pomeriggio di quasi tutto il Novecento.

Qui, quando si dice gioco del pallone, s’intende la pallpugno, il balon: quattro contro quattro, e una piccola palla dura da cacciare con il pugno; se non sei capace e non stai attento rischi di farti male. Si gioca dove si trova posto; case e chiese fanno parte del terreno di gioco. Sono sufficienti settanta metri di spazio in lungo e qualcuno che lanci la sfida, a volte con tono eroico, altre volte bonario. Si gioca da professionisti o da amatori. Si gioca alla lunga o alla pantaleȓa.

È proprio su quest’ultima parola che poniamo l’accento, una parola estremamente narrativa: ci racconta uno spaccato storico-sociale del nostro territorio. Pantaleȓa non è dunque una parola casuale; il suo percorso semantico arriva dal latino popolare, penditam, per continuare con il provenzale pantarel (lembo di stoffa, stradetta in pendìo) e giungere al francese contemporaneo con il termine pente en l’air, pendenza nell’aria. Pantaleȓa è lo spiovente di un tetto, di una tenda, addirittura di foraggio dal fienile; la parola indica dunque una zolla sbilenca o, per meglio dire, inclinata.

Così, quando venivano combinate proverbiali partite di pallone, quello stesso lembo inclinato era il piano su cui cominciava il gioco con il lancio del giocatore chiamato campau. Quest’ultimo ha il privilegio di cominciare il gioco, ma allo stesso tempo deve farlo in modo da rendere difficile il lavoro degli avversari, dando l’effetto giusto alla palla che, una volta rimbalzata sulla pantaleȓa, abbia un cambio di direzione tale da far trovare in difficoltà chi dovrà ricacciare.

Oggi, quando si gioca ancora alla pantaleȓa lo si fa magari con un piano inclinato, di legno, applicato contro un muro. Ricordo però, che il folklore e il richiamo di questo gioco incuriosì tanto che venne fatta un indagine sul consumo del vino barbera, che risultava di gran lunga maggiore nei paesi che ospitavano partite di pantaleȓa.

Paolo Tibaldi

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