Ecobonus: lo sconto in fattura penalizza le piccole imprese

Ecobonus: lo sconto in fattura penalizza le piccole imprese

TORINO Nel corso della seduta della Terza commissione, incaricata di discutere in materia di attività produttive, si è parlato di rilancio produttivo, riportando in auge le molteplici problematiche sollevate dall’articolo 10 del Decreto crescita, che prevede uno sconto in fattura per gli interventi relativi all’ecobonus e al sismabonus.

I cittadini che effettuino interventi di riqualificazione energetica o antisismici possono chiedere, in alternativa alla classica detrazione fiscale sul periodo di dieci anni, uno sconto immediato sulla fattura da parte dell’impresa che ha effettuato i lavori. L’impresa, a sua volta, riceverà il rimborso dallo Stato per mezzo del credito d’imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione e potrà inoltre scegliere di cedere il credito ai propri fornitori ma non a istituti di credito.

Non è difficile intuire come il meccanismo possa penalizzare le migliaia di piccole imprese della “filiera casa” che non dispongono della capacità finanziaria sufficiente ad anticipare lo sconto al cliente o della capienza fiscale utile a compensare il credito di imposta con lo Stato.

In Granda un primo “no” secco alla norma è arrivato per voce del presidente di Confartigianato imprese Cuneo Luca Crosetto, il quale si era detto preoccupato per il rischio di collasso, per mancanza di liquidità, delle 9mila imprese artigiane cuneesi dell’edilizia, dell’installazione di impianti e dei serramenti.

Del medesimo avviso si sono detti anche Luciano Gandolfo, rappresentante provinciale e regionale degli edili di Confartigianato, nonché vice presidente nazionale Anaepa (Associazione nazionale artigiani dell’edilizia dei decoratori, dei pittori e attività affini), Ettore Basso, presidente provinciale e regionale Confartigianato – area impianti e categoria elettricisti, e Gianfranco Castorello, presidente provinciale area legno.

La stessa Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), in una pronuncia del 17 giugno, affermava che la norma, nella sua attuale formulazione, risultasse suscettibile di creare restrizioni della concorrenza nell’offerta di servizi di riqualificazione energetica a danno delle piccole e medie imprese.

A questo proposito il Consiglio Regionale, con un Ordine del giorno a firma del consigliere del Partito democratico Alberto Avetta, aveva chiesto, il 4 agosto, che la Giunta si facesse parte attiva presso il Governo affinché la legge in oggetto potesse essere emendata.

Il consigliere Maurizio Marello è intervenuto in Commissione chiedendo che quell’Ordine del giorno vada in discussione e che vi sia un pronunciamento in proposito da parte del Consiglio regionale per chiedere al Governo di modificare una norma che creerebbe notevoli difficoltà alle piccole imprese.

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