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L’Eni progetta il risanamento dell’area accanto al sito Acna

L’Eni progetta il risanamento dell’area accanto al sito Acna

VALLE BORMIDA Il futuro della cosiddetta area Merlo, il terreno di circa tre ettari esterno al sito Acna, ma che fino al 2001 era di proprietà dell’azienda chimica di Cengio e nei pressi del quale un paio d’anni fa erano state trovate sostanze inquinanti, è stato al centro di una conferenza dei servizi convocata il 16 ottobre al Ministero dell’ambiente. La riunione aveva lo scopo di esaminare i documenti sull’analisi del rischio dell’area e il progetto di bonifica e risanamento predisposti ad agosto da Eni-Syndial. Al vertice erano invitate le due Regioni e le relative Arpa, la Provincia di Savona e il Comune di Cengio.

Per saperne di più abbiano interpellato alcuni dei soggetti interessati. Da Eni-Syndial e Ministero dell’ambiente abbiamo ricevuto risposte. Nessun riscontro, invece, dagli Assessorati all’ambiente delle due Regioni. Secondo quanto afferma la nota diffusa da Eni Syndial, «sull’area Merlo rimangono operativi gli attuali interventi di messa in sicurezza preventiva, posti in atto per assicurare la segregazione della falda contaminata». Inoltre, la società del gruppo Eni ha anche ribadito l’intenzione di avviare dei test pilota per valutare sul campo l’applicabilità della tecnologia detta bioremediation «che si basa sulla naturale capacità di degradazione aerobica per via della presenza di microflora indigena, che verrà opportunamente ossigenata e alimentata con nutrienti inorganici». si tratta, secondo Syndial «di una tecnologia di bonifica efficace e versatile, applicabile senza necessità di rimuovere la matrice ambientale contaminata». L’azienda ribadisce anche che gli enti locali «hanno accolto con favore questa scelta e si sono mostrati molto interessati all’approccio tecnico proposto». Ovviamente, questo è ciò che sostiene Syndial perché, come abbiamo detto, non ci è stato possibile finora conoscere la versione delle due Regioni.

Syndial precisa anche che: «pur non essendo proprietaria dell’area Merlo, ma in quanto titolare degli iter di bonifica delle aree limitrofe, si è resa prontamente disponibile per le attività di messa in sicurezza preventiva avviate nel 2017», aggiungendo di non aver mai svolto attività industriale nel terreno incriminato. Per quanto riguarda l’analisi di rischio, ossia l’attività indispensabile per la successiva approvazione del progetto di bonifica, nel corso della conferenza dei servizi è emersa la necessità di individuare i valori di riferimento per alcune sostanze, compito di cui dovrà farsi carico l’Istituto superiore di sanità.

E a proposito di aspetti sanitari, l’ultimo rapporto Sentieri (Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio inquinamento), pubblicato nel primo semestre di quest’anno, prende in esame i principali siti contaminati d’Italia, tra cui quello di Cengio e Saliceto. I risultati, si legge nel documento «sono coerenti con le precedenti osservazioni dello studio Sentieri» e rilevano un eccesso di tumori allo stomaco al quale «possono aver contributo il contesto occupazionale e quello ambientale, vista l’associazione di tali tumori con ammine e idrocarburi policiclici aromatici che risultano presenti nel sito». Lo studio evidenzia anche un eccesso di mesoteliomi tra gli uomini, attribuiti a esposizioni ad amianto. La novità del rapporto Sentieri 2019 è la segnalazione di eccessi di malattie respiratorie acute nei giovani adulti, «elemento che induce a pensare a esposizioni recenti e che andrebbe approfondito». Secondo lo studio anche gli eccessi di linfomi (in particolare linfomi non Hodgkin) «dovrebbero essere oggetto di approfondimenti vista la documentata presenza di Pcb nel sito».

Corrado Olocco

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