Marcia lungo Tanaro, malato d’indifferenza

AMBIENTE «Lo specchio della città: rivogliamo il nostro fiume»: è lo slogan con cui il collettivo Mononoke, il laboratorio sociale Chabas, il Cinema vekkio e Tanaro libera tutti chiamano la cittadinanza a una – partecipata – marcia sul fiume. La camminata è fissata per sabato 19 ottobre: alle 16 si partirà da via Manzoni 4 per percorrere le vie del centro, terminando al parco del Tanaro. Spiegano gli organizzatori: «Il fiume un tempo era rispettato dall’uomo, venerato come una divinità come accade in ogni cultura, perché elemento fondamentale della vita. Pure nel territorio albese fu parte della quotidianità, non troppo tempo fa ci si poteva perfino tuffare. Poi, qualcosa è cambiato. Il nostro Tanaro è oggi malato, per alcuni tratti ridotto a una discarica».

Se il Tanaro è come il Grand canyon 4

La camminata ha l’obiettivo di protestare e sensibilizzare: è una simbolica riappropriazione di un corso d’acqua martoriato dall’azione umana. Perciò aderiranno – oltre a molti cittadini – numerose realtà, tra cui la comunità Laudato si’-Gazzetta d’Alba, Canale ecologia, l’associazione Valle Bormida pulita. La camminata si configura come l’ultimo anello di una fitta catena di eventi di sensibilizzazione, iniziata con l’inchiesta pubblicata proprio dal nostro giornale a gennaio. Si è trattato di un numero monografico, un lavoro frutto di una vasta collaborazione, in cui è stato per la prima volta e in modo integrale esplorato lo stato di salute del fiume.

L’emergenza oggi è indiscutibile e ben documentata: plastica lungo le rive, scarichi abusivi da parte di grandi e piccole aziende, attività estrattive, trattamenti agricoli che intossicano le acque, prelievi idrici che danneggiano il letto fluviale. Proseguono gli organizzatori della marcia albese: «Fatti come questi derivano dal nostro sistema, dalla sua mutazione da contadino a industriale e dalla logica dell’iperproduttività. Ci sembra doveroso rivendicare il nostro diritto al fiume. Con la marcia chiediamo tre azioni alle autorità competenti e ai diretti responsabili: primo, elenchi e monitoraggio degli scarichi (pubblici e privati) riversati nel Tanaro; secondo, una costante divulgazione dei dati relativi al monitoraggio di rii, torrenti e fiume, con analisi e risultati mensili; terzo, costante informazione riguardante il depuratore di Govone, con aggiornamenti circa il suo funzionamento e la portata degli scarichi».

L’urgenza ecologica non è isolata, ma si lega alle trasformazioni urbane e ai cicli storico-antropologici recenti. «Da piccola realtà di campagna Alba ha subìto in pochi decenni una trasformazione rapidissima», concludono gli organizzatori. «La città riscontra le problematiche delle maggiori città italiane, come la questione abitativa (migliaia di case sfitte, centinaia di sfratti), la questione sociale (mancanza di luoghi di aggregazione e di formazione per i giovani, sempre più rivolti al consumo e meno alla cultura) o, per restare in tema, il quesito ambientale (molti grandi e piccoli imprenditori privilegiano il solo profitto, dimenticando il rispetto per la natura). Nessuna forza politica è stata fin qui in grado di far fronte a tali problematiche. La distanza tra i bisogni dei cittadini e i palazzi del potere cresce: crediamo non sia il momento di aspettare, cominciamo da soli a prenderci cura della città».

Valerio Giuliano

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