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Palio, San Lorenzo squalificato dalla sfilata: «Ci sentiamo molto amareggiati»

Palio,  San Lorenzo squalificato dalla sfilata: «Ci sentiamo molto amareggiati»

ALBA Non è Palio degli asini senza qualche questione inerente al regolamento o alle votazioni. Quest’anno ad assorbire i commenti è stata la mancata vittoria del San Lorenzo del premio per la migliore rappresentazione storica. Il borgo, infatti, ha sforato i 12 minuti tassativi previsti per ogni esibizione, cronometrati ufficialmente dall’organizzazione della Giostra delle cento torri. Una grande amarezza per la storica presidente Ines Manissero, affiancata da volontari e figuranti: «Senza nulla togliere alla vittoria del borgo di Santa Barbara, che ha fatto un grande lavoro, ci sentiamo molto amareggiati per la nostra squalifica, per una manciata di secondi. Mi ricordavo di  trenta secondi di tolleranza allo scadere del tempo previsto, pena la squalifica, ma domenica non è stato così. Durante l’esibizione abbiamo anche avuto un incidente, con una danzatrice colpita da un cavallo, per fortuna senza conseguenze. Nessuno si è accorto della sua uscita di scena, né il pubblico né la giuria, che ci hanno acclamati dagli spalti, tanto che abbiamo ottenuto il punteggio più alto. Ma ci siamo ritrovati fuori dalla gara: siamo comunque molto orgogliosi dello spettacolo che abbiamo proposto alla città, ma, di fronte a episodi di questo tipo, non so se il prossimo anno metteremo di nuovo in scena la rappresentazione storica, limitandoci magari a una semplice sfilata dei nostri figuranti».

Per il presidente della Giostra Piercarlo Verney, con il cronometro al braccio per tutta la durata delle rappresentazioni, il regolamento parla chiaro: «C’erano trenta secondi di tolleranza fino a qualche anno fa, quando le esibizioni duravano dieci minuti. I borghi hanno chiesto di passare a dodici minuti, diventati però tassativi. Ieri il San Lorenzo ha sforato il tempo di 11 secondi, che non sono pochi: comprendo l’amarezza, ma farli entrare in classifica non sarebbe stato corretto nei confronti degli altri borghi».

Francesca Pinaffo

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