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Fanghi essiccati riducono i trasporti alla discarica

Fanghi essiccati riducono i trasporti alla discarica

AMBIENTE  Il depuratore di Govone della Sisi invia 10mila tonnellate all’anno alla Str di Sommariva
Diecimila tonnellate: la quantità annua di fanghi di depurazione con i quali si trova a fare i conti l’impianto di Canove di Govone, gestito dalla Sisi Srl (Società intercomunale servizi idrici). L’impianto riceve i liquidi della rete fognaria di Alba e di diversi altri Comuni, oltre agli scarichi delle industrie del territorio, da quelle di piccole dimensioni ai grandi impianti produttivi, tra i quali la Ferrero.

Spiega il presidente Franco Foglino: «In estrema sintesi, lo scopo dell’impianto è trattare i liquidi fognari che riceve dal territorio: una volta depurati, cioè privati di ogni componente inquinante, vengono immessi nel Tanaro». Ma il processo di depurazione lascia una serie di scarti: i fanghi, per l’appunto, la cui portata inquinante è variabile: «Per esempio, quelli che provengono dalle industrie che utilizzano sostanze chimiche sono molto inquinanti», precisa Foglino.

Fino a oggi, per il trattamento e lo smaltimento dei fanghi, la prassi è stata questa: i fanghi vengono caricati su camion e trasportati all’impianto Str (Società trattamento rifiuti) di Sommariva Perno, dove vengono attivate le procedure necessarie. «Dal momento che si tratta di 10mila tonnellate di materiale all’anno, stiamo parlando di molti trasporti».

Da qui l’iniziativa di Sisi di avviare un impianto, condivisa dalla Direzione ambiente governo e tutela del territorio della Regione Piemonte, che ha riunito un gruppo di lavoro per gestire le problematiche relative al discorso dei fanghi.

L’impianto avviato a Canove è un essiccatore solare: il fango disidratato viene distribuito all’interno di una serra ed essiccato grazie alla radiazione solare. Ne esce un granulato stabile e inodore «che permette di ridurre la massa e i costi di smaltimento e di trasporto dei residui, sfruttando l’energia che ci viene fornita dal sole», aggiunge il presidente Sisi.

Il primo mese di funzionamento dell’impianto, attivo da settembre, è stato valutato durante la riunione dello scorso 24 ottobre a Canove, a cui hanno partecipato i responsabili di tutti gli impianti di depurazione piemontesi, i tecnici regionali e gli esperti del Politecnico di Torino, che esegue ricerche nel settore. Conclude Foglino: «I risultati finora raccolti hanno riscosso grande interesse, per l’ecosostenibilità e l’efficienza di questo nuovo sistema: ci auguriamo di proseguire su questa strada».

Francesca Pinaffo

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