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Arresto dell’assessore regionale Roberto Rosso, le prese di posizione della politica

Anticoncezionali alle minorenni, i dubbi dei cattolici sul piano piemontese
Immagine d'archivio del Consiglio regionale

Partito democratico: «È compito della buono politica rifiutare il voto di scambio»

«Proprio ieri, neanche a farlo apposta, presso la sede del Pd Piemonte si è tenuta la presentazione del libro di Riccardo Gorrieri Un cancro chiamato ‘ndrangheta. Analisi di una delle peggiori patologie del tessuto economico sociale, con Daniela Todarello, responsabile sicurezza e legalità del Pd di Torino e Davide Mattiello, consulente della Commissione parlamentare antimafia. Proprio ieri ci dicevamo che non possiamo tacere l’esistenza di rapporti tra la ‘ndrangheta e il territorio piemontese, anche considerato l’alto numero di beni confiscati; e che non può essere messo sotto silenzio il rapporto tra ‘ndrangheta, politica e burocrazia. È compito della buono politica rifiutare il voto di scambio: dire no a quei voti raccolti in zone d’ombra tra l’illegalità e la legalità: voti forse comodi, ma che privano per sempre il politico della libertà. In attesa del prosieguo delle indagini, osserviamo però sin d’ora che i partiti devono esercitare massima attenzione nella selezione e formazione della classe dirigente, sospettare di rapporti troppo stretti con interessi economici e isolare eventuali comportamenti ai confini con l’illegalità. Notizie come quella di stamattina fanno perdere di credibilità tutta la politica e fanno male alla democrazia perché minano alla base la fiducia dell’opinione pubblica. Tocca a noi, con comportamenti corretti e accorti, ricostruire questa fiducia», ha detto in una nota il segretario Pd del Piemonte Paolo Furia

5 stelle: «Cirio ritiri subito le deleghe a Rosso e riferisca in Consiglio regionale»

«Il presidente Cirio ritiri subito le deleghe all’assessore Rosso in modo da escluderlo dalla Giunta della Regione Piemonte. Troppo gravi le accuse a suo carico, i cittadini piemontesi non meritano di essere governati da chi è accusato di aver chiesto voti alla ‘ndrangheta. Spetterà alla magistratura fare chiarezza, alla politica invece toccherà avviare un’opera di pulizia al proprio interno. In particolare in un partito i cui esponenti spesso si riempono la bocca, a vanvera, di parole come “legalità” e “sicurezza”» scriva in una nota il gruppo regionale del Movimento 5 stelle.
«Doveroso poi che Cirio riferisca su questa vicenda in Consiglio regionale alla prima occasione utile, a partire dalla prossima convocazione prevista per lunedì 23 dicembre. Chiediamo inoltre che il presidente del Consiglio regionale Allasia convochi immediatamente la prima seduta della Commissione di promozione della legalità e contrasto ai fenomeni mafiosi. Inaccettabile che la Commissione sia rimasta inattiva, per volontà politica, a 6 mesi dall’insediamento della Giunta. Quanto avvenuto in queste ore dimostra, una volta di più, l’importanza di strumenti come questo».

Grimaldi (Liberi uguali verdi): «Fatto che, se confermato, basterebbe da solo alle dimissioni di tutta la Giunta»

«Dopo la conferenza stampa in Procura diremo di più. Per ora credo che basti il titolo: un assessore con delega agli affari legali, alla legalità e ai rapporti con il Consiglio regionale arrestato con l’accusa di avere chiesto voti ai clan della ‘ndrangheta. Un fatto che, se confermato, basterebbe da solo alle dimissioni di tutta la Giunta Cirio. Dopo cinque anni in cui eravamo riusciti a restituire dignità all’istituzione regionale, lasciandoci alle spalle le inchieste che travolsero Cota, ora ci troviamo di fronte a un arresto preventivo in un’indagine sulla collusione con la criminalità organizzata. Zero leggi, zero delibere e questa storia che puzza e che ti fa dire che nulla sarà come prima. Il volto della Regione è sfigurato, la sua immagine gravemente compromessa e non basterà qualche gesto simbolico a riparare il danno», dichiara Marco Grimaldi capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Consiglio Regionale del Piemonte

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