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I vecchi ospedali di Alba e di Bra sono all’asta per 21 milioni di euro

SANITÀ  21.150.000 euro. È questa la base d’asta pubblica con cui sono stati messi in vendita, da inizio novembre, gli ospedali San Lazzaro di Alba, Santo Spirito di Bra e il poliambulatorio di via Goito a Bra.

Il segnale è forte e indica come la direzione punti ad aver quasi interamente liberato le strutture entro il giorno in cui scadrà l’asta: il 15 gennaio alle 16. A questo scopo è stato nominato un gruppo di lavoro per elaborare e attuare il trasloco nel nuovo ospedale di Verduno.

Servono altri tre anni per vendere i vecchi ospedali

La dirigenza dell’Asl cerca di attrarre investitori abbassando la base d’asta rispetto ai 25 milioni di euro già anticipati dalla Regione Piemonte e previsti nel piano finanziario dell’ospedale di Verduno per cui era stato indicato, nel 2005, un valore del San Lazzaro di 15 milioni, di 9 milioni per il Santo Spirito e di un milione di euro per il poliambulatorio. La scelta è caduta sulla soluzione più difficile, ossia la vendita delle tre strutture in un unico bando. Un unico acquirente potrà avere interesse ad acquistare strutture diverse a oltre 15 chilometri di distanza una dall’altra, con una destinazione ben chiara, per quanto riguarda l’ospedale di Bra, ma tutta da rivedere per il San Lazzaro? Vedremo.

I SINGOLI VALORI

Il prezzo delle varie unità, non vendibili singolarmente, è pari a 13 milioni di euro per tutta l’area dell’attuale ospedale albese, 7,5 milioni di euro per il Santo Spirito e 650mila euro per il poliambulatorio.

Il potenziale acquirente al momento della presentazione dell’offerta dovrà produrre un certificato di deposito cauzionale del 5 per cento del valore degli immobili, pari a 650mila euro per il San Lazzaro, 375 mila euro per il Santo Spirito e 32.500 euro per il poliambulatorio di via Goito a Bra.

Una volta individuati gli eventuali soggetti interessati, questi saranno ammessi all’asta che si svolgerà in seduta pubblica alle 10 di lunedì 20 gennaio nella sede dell’Asl Cn2 in via Vida ad Alba.

L’Asl deve restituire il prestito alla Regione

La messa all’asta dei due ospedali e del poliambulatorio è un segnale forte che prelude al trasloco nel nuovo ospedale di Verduno.

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Il direttore generale dell’Asl Cn2 Massimo Veglio a questo proposito commenta: «Abbiamo pensato per mesi se fosse meglio andare a un’alienazione unica per i tre fabbricati o se procedere a tre aste. Abbiamo optato per questa soluzione perché l’indicazione della Regione andava in questo senso; non dimentichiamo che la nostra Asl deve restituire alla Regione 25 milioni di euro, prestati dall’ente per ultimare l’ospedale di Verduno».

Veglio aggiunge: «Il segnale è stato lanciato, se il 15 gennaio alle 16 non saranno state presentate offerte, sarà chiaro che la via migliore sarà di alienare le strutture singolarmente. Abbiamo deciso di partire in anticipo anche per questo; in fondo parte dell’ospedale San Lazzaro sarà occupata fino al completo trasloco, che dovrà avvenire entro fine giugno del prossimo anno».

Il San Lazzaro è poco appetibile

Cosa potrà o non potrà diventare l’ospedale di Alba? Allo stato attuale delle cose pensiamo di poterci sbilanciare (con la speranza di essere smentiti), dicendo che l’ospedale San Lazzaro difficilmente troverà un acquirente, a meno di una variante sostanziale al Piano regolatore per l’area in cui sorge l’attuale nosocomio.

Il Piano regolatore, infatti, prevede la realizzazione di un centro direzionale e commerciale. Tra le indicazioni del Comune: la completa demolizione di tutti gli edifici tranne che del fabbricato D, quello storico che affaccia su via Ospedale, risalente, in parte, al Settecento. Questo edificio dovrà essere restaurato e integrato con l’ala mancante su via Pierino Belli. Prevista anche la realizzazione di verde pubblico su un’area di 3.560 metri quadrati.

Tra le indicazioni più stringenti nel Piano regolatore, quelle relative al fabbricato A, l’ala cosiddetta moderna, quello più esteso su una superficie di 4mila metri quadrati, che una volta riedificato non potrà superare l’altezza di 5 metri da terra.

Nel complesso le aree di nuova edificazione misureranno 5.520 metri quadrati.

Una superficie quasi analoga per l’ala storica, che misura 1.800 metri quadrati su tre piani, per un totale di 5.400: in tutto sono circa undicimila metri quadrati ad Alba e 3.400 a Bra.

L’edificio storico, che non potrà essere abbattuto, e la nuova manica su via Pierino Belli potranno avere una destinazione produttivo-direzionale, residenziale, turistico-ricettiva o per servizi pubblici. Al piano terra è possibile la somministrazione di alimenti e bevande.

Negli edifici di nuova costruzione: il fabbricato più esteso potrà avere destinazioni produttivo-commerciali di somministrazione di alimenti e bevande. L’edificio più piccolo potrà avere una destinazione residenziale e di somministrazione alimenti o produttiva, ma limitata all’artigianato.

SINDACO BO: MODIFICARE IL PIANO REGOLATORE

Bo: il Giro d’Italia sarà deciso nella tappa che parte da AlbaNon nasconde il proprio pessimismo il sindaco di Alba Carlo Bo: «Sono pessimista riguardo al fatto che un unico soggetto possa acquistare San Lazzaro, Santo Spirito e poliambulatorio di Bra. Vedremo cosa succederà da qui a metà gennaio. Se l’asta dovesse andare deserta, si procederebbe a un’alienazione divisa e per allora dovremo capire quale sarà il futuro di questa zona a ridosso del centro». Il primo cittadino aggiunge: «Non possiamo rischiare di trovarci con un’area come quella del San Lazzaro, abbandonata a 150 metri da via Maestra, ne risentirebbe in negativo tutta la città. Come Amministrazione comunale siamo già partiti alla ricerca di eventuali aziende e imprenditori interessati a investire, è chiaro che se sarà necessario dovremo andare a cambiare la destinazione d’uso dei vari fabbricati. Capisco quelli esistenti per l’ala storica, ma avere tutti quei vincoli e quelle destinazioni per l’area di recente costruzione allontana i compratori. Per questo nelle prossime settimane avvierò una serie di discussioni con tutti gli attori coinvolti e con i gruppi di minoranza per favorire l’acquisizione di un’area che per il bene della città non può di certo rimanere vuota».

«I nuovi locali venduti a 5mila euro al metro»

Già nel 2017 l’allora consigliere di opposizione Mario Canova, geometra, aveva lanciato l’allarme riguardo all’alienazione dell’ospedale San Lazzaro. Con una base d’asta di 15 milioni di euro (ora scesi a 13), l’ex consigliere forzista aveva provato a calcolare quanto costerebbe oggi recuperare l’area del San Lazzaro.

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Per la demolizione e la bonifica è possibile ipotizzare un costo di 200 euro per i 7mila metri quadrati che andranno abbattuti, per un totale di 1,4 milioni di euro.

Gli oneri di urbanizzazione potrebbero aggirarsi intorno al milione di euro. Si passerà poi alla costruzione o al restauro su un’area di quasi 11mila metri quadrati ad almeno 2mila euro al metro quadrato. Il totale fa 22 milioni di euro più due (il 10 per cento) di progettazione con interessi passivi al 3 per cento per almeno due anni, pari a 3 milioni di euro».

Il totale (compreso l’acquisto) supera i 40 milioni di euro per 11mila metri quadrati di superficie, che imporrà a chi realizzerà i lavori di rivendere a un prezzo medio di 5mila euro al metro quadrato. Un prezzo che, con l’attuale situazione della compravendita di immobili, sembra alla portata di pochi.

Marcello Pasquero

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