Matrimoni fittizi per ottenere il permesso di soggiorno

Matrimoni fittizi per ottenere il permesso di soggiorno

Individuavano donne italiane in precarie condizioni economiche e le pagavano perché sposassero cittadini extracomunitari, per lo più pregiudicati provenienti dall’area nordafricana, in modo da consentire loro di ottenere il permesso di soggiorno in Italia, altrimenti negato. Quattro anni di indagini, “Colomba bianca” il nome in codice dell’operazione, avviate dal personale dell’Ufficio immigrazione della Questura di Asti: cinque persone denunciate con l’accusa di associazione a delinquere (tre italiani residenti nel capoluogo e una coppia nordafricana), ritenute le menti del gruppo; indagate, a vario titolo, altre 25 persone, per reati che vanno dalla falsità ideologica in atto pubblico all’uso di atto falso.

Il gruppo, con contatti in Belgio, Marocco e Spagna, si occupava di tutti gli aspetti connessi ai matrimoni fittizi: dietro al pagamento del prezzo fissato da parte dei soggetti interessati al permesso di soggiorno, i truffatori falsificavano i documenti nei Paesi d’origine, contattavano donne disponibili, residenti nell’Astigiano, e le convincevano a sposarsi in cambio di qualche migliaio di euro. Il sodalizio criminale seguiva quindi tutte le procedure fino alla celebrazione del rito.

A svelare un meccanismo ormai rodato i sospetti dei dipendenti dello sportello immigrazione della Questura astigiana insospettiti dall’impennata delle richieste di permessi di soggiorno per ragioni famigliari. Le “spose”, in seguito ad accertamenti, sono risultate alle dipendenze di una ditta di Asti risultata del tutto estranea al meccanismo. Facevano parte del “pacchetto” matrimonio anche le procedure per il rilascio dei permessi di soggiorno, molte delle quali sono state bloccate durante le indagini.

Davide Gallesio

 

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