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Si arriverà più in forma alla terza età, clima e inquinamento permettendo

Si arriverà più in forma alla terza età, clima e inquinamento permettendo

L’INTERVISTA Parliamo con Maria Cristina Migliore, una ricercatrice dell’Ires.

La popolazione anziana tra vent’anni sarà in incremento: quali saranno le conseguenze, Migliore?
«L’aumento del numero dei grandi anziani, in particolare di uomini, potrà comportare ricadute sul sistema sanitario nazionale e sulle famiglie. La prolungata convivenza dei due partner anziani nelle coppie potrà avere risvolti positivi quando la salute permetterà di accudirsi a vicenda, ma potrà creare situazioni familiari e sociali difficoltose quando entrambi i partner avranno bisogno di cure
e assistenza. Di fronte all’instabilità matrimoniale e relazionale di questa fase storica si renderà per certo necessario un aumento del sostegno da parte del sistema di welfare. Il coinvolgimento delle famiglie nelle cure delle persone fragili potrebbe diminuire, anche per effetto del prolungamento della vita lavorativa e dell’innalzamento dell’età pensionistica».

In effetti, la soglia di anzianità, grazie anche ai progressi della medicina, si sposta sempre più in avanti nel tempo. Che cosa accadrà?
«Quanto fatto in passato a livello di politiche e di scelte individuali sta dando risultati in termini di riduzione della mortalità in età giovanile e adulta. Se gli stessi risultati potranno essere raccolti anche
nei prossimi decenni, potremmo assistere allo stabilirsi di una soglia di anzianità più elevata di quella attuale. L’incertezza deriva dalle minacce legate ai cambiamenti climatici, all’inquinamento e alla diffusione di percorsi lavorativi frammentati, che recenti studi hanno mostrato avere ricadute negative sulla salute».

Che cosa dobbiamo aspettarci dal futuro?
«Se le persone potranno invecchiare più a lungo, sane e attive, i parametri e i concetti con cui leggere le trasformazioni della struttura per età potranno modificarsi. Per esempio, la soglia dei 65 anni – è peraltro già un dato di fatto –potrebbe non essere più considerata come quella oltre la quale definire
la popolazione anziana. Le età tra i 65 e 75 anni potrebbero diventare invece i periodi dedicati all’impegno comunitario e solidale, più di quanto non lo siano già ora».

s.e.

INCHIESTA: LA POPOLAZIONE PIEMONTESE NEI PROSSIMI VENT’ANNI

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