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Le Fiamme Gialle di Bra denunciano tre imprenditori per bancarotta fraudolenta

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Foto d'archivio di un cantiere edile.

BRA Tre imprenditori sono stati denunciati dalla Guardia di finanza del gruppo di Bra per i reati di bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale; 300mila euro il valore complessivo dei fondi sottratti, con artifici contabili illeciti, a due ditte amministrate dai fermati.

L’esecuzione dei provvedimenti è stata disposta dalla Procura di Asti in relazione alla condotta tenuta dagli indagati, responsabili della sistematica spoliazione delle dotazioni di aziende del comparto edile prossime al fallimento. «Un settore al quale, specie in tempi di crisi, riserviamo grande attenzione» spiega il colonnello Luca Albertario, da settembre alla guida del Comando provinciale delle Fiamme gialle. «Gli imprenditori edili hanno svuotato sistematicamente aziende che non producevano più utili per sottrarre beni alle legittime rivalse dei creditori una volta dichiarato il fallimento».

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Sul podio il colonnello Luca Albertario e alle sue spalle il colonnello Massimiliano Pucciarelli, comandante a Cuneo fino allo scorso settembre

Una delle aziende interessate, attiva nel Braidese, era specializzata nella lavorazione di marmi: gli amministratori, alterando la contabilità, l’hanno tenuta in attivo fra il 2012 e il 2016 per poter stipulare contratti onerosi, gonfiare gli onorari percepiti e svuotare così le casse prima dell’avvio della liquidazione fallimentare. L’altra realtà finita sotto la lente delle Fiamme gialle, attiva nell’Albese, acquistava, ristrutturava e rivendeva a buon mercato abitazioni. I titolari avrebbero fatto ricorso allo stratagemma dei debiti fittizi contratti con altre imprese intestate a propri famigliari, allo scopo di drenare risorse pretese dai legittimi creditori, infine per giustificare le uscite avrebbero assoldato un prestanome.

«Il nostro obiettivo è quello di colpire l’evasione in tutte le sue forme e risvolti» conclude il comandante della Guardia di finanza della Granda. «La mia linea di comando è improntata a sanzionare indiscriminatamente sia il piccolo evasore che non “scontrina”, un comportamento di limitato impatto immediato, capace però di produrre gravi conseguenze se diffuso; sia episodi di maggiore rilievo come quelli riscontrati».

Davide Gallesio

 

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