Aree degradate: che fine hanno fatto i 14 milioni?

Aree degradate: che fine hanno fatto i 14 milioni?
I sindaci di Cissone, Igliano e Albaretto nel 2017 con l'allora sottosegretario Boschi, quando furono annunciati finanziamenti per due milioni di euro a ciascun Comune.

IL CASO Un tesoro di circa 14 milioni di euro, che avrebbe permesso ad alcuni Comuni di bassa e alta Langa entrati in apposite graduatorie, di intervenire sulle aree degradate e di valorizzarle con progetti specifici e con finalità anche turistiche.  Questo prometteva il piano nazionale ad hoc, che, tra il novembre del 2017 e il febbraio del 2018, aveva portato alla firma di una convenzione, alla presenza dell’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi. Nella prima fase avevano avuto accesso ai finanziamenti i Comuni di Albaretto della Torre, Cissone e Igliano (due milioni di euro ciascuno), più quello di Cengio (1.962.500 euro). In seguito si erano ampliate le graduatorie fino alla 131ª posizione ed erano entrati nel progetto Mombarcaro, Camerana, Prunetto (due milioni ciascuno), Dogliani (859mila euro) e Bonvicino (540mila).

A distanza di quasi due anni, complici il cambio di Governo e alcuni ritardi burocratici, i sindaci non hanno visto ancora un centesimo e la preoccupazione è palpabile, anche perché tutte le sollecitazioni a Roma sono andate a vuoto e nei mesi scorsi si era parlato anche di una revisione delle cifre già stabilite, come spiega il primo cittadino di Albaretto della Torre, Luca Borgna: «Si tratta di fondi importanti che non possiamo avere in altro modo e che, come stabilito dal piano nazionale, vanno a incentivare zone degradate, con progetti di ampio respiro che hanno anche una vocazione turistica. Siamo pronti a fare gruppo e a chiedere quello che ci è stato promesso. Gli interventi sono stati studiati per zone censite».Uno stato di frustrazione che è stato espresso anche dal sindaco di Igliano Flavio Gonella: «Abbiamo ricevuto finora molte risposte vaghe, compresa la comunicazione da Roma che il piano nazionale per la riqualificazione delle aree urbane degradate non sarà più gestito dalla Presidenza del Consiglio, ma dal Dipartimento delle pari opportunità, senza sapere cosa ciò comporti».

A complicare la situazione di stallo c’è anche un’altra ipotesi: senza un’apposita delibera del Governo, la possibilità di accedere ai fondi scadrebbe il prossimo giugno 2020. A ottobre dello scorso anno c’era stato anche un incontro a Roma nella sede dell’Anci per cercare di sbloccare la situazione e di sensibilizzare il Governo sull’argomento. A portare le istanze del territorio al tavolo erano stati, oltre all’assessore ai lavori pubblici di Dogliani Emanuele Albarello, il sindaco di Mondovì Paolo Adriano e il direttore dell’Unione montana alta Langa, Carla Bue.

Quando tutto sembrava compromesso, è arrivato, inaspettato, il lieto fine. Secondo una nota ufficiosa dell’ultima ora il premier Giuseppe Conte avrebbe firmato un apposito decreto che sbloccherebbe la situazione. In attesa di capire i dettagli Gianluca Forno, coordinatore dei piccoli Comuni e delle Unioni di Comuni di Anci Piemonte, ha mostrato un cauto ottimismo: «A seguito del presidio di Anci fatto sin dal mese di dicembre, attendiamo a breve degli aggiornamenti importanti che possano sbloccare i fondi per i Comuni interessati». «Speriamo questa sia la volta buona: per mesi non abbiamo saputo più niente», ha aggiunto il sindaco di Mombarcaro Simone Aguzzi. «Ovviamente attendiamo l’ufficialità e di leggere il decreto, ma si tratta di una buona notizia perché grazie a questi interventi locali per le aree disagiate ci saranno ricadute positive per tutto il nostro territorio. Siamo di fronte a progetti lungimiranti, di ampio respiro, sui quali bisogna lavorare insieme perché diventino un volano», ha concluso Roberto Bodrito, presidente dell’Unione montana alta Langa.

I progetti presentati dai Comuni per accedere ai fondi del piano di riqualificazione delle aree degradate erano piuttosto vari. Albaretto della Torre prevedeva l’installazione di impianti tecnologici e la realizzazione di strutture a servizio della fasce disagiate della popolazione attraverso il potenziamento della rete Internet comunale. Cissone aveva messo al centro dell’attenzione il rilancio della produzione vinicola, con particolare attenzione allo spumante Alta Langa Docg. Il progetto, rivolto all’imprenditoria giovanile, prevedeva anche l’acquisto di un’immobile. Mombarcaro puntava invece al completamento della struttura per la lavorazione della patata dell’alta Valle Belbo per avvicinare i giovani all’attività agricola, mentre per Camerana e Prunetto i progetti di rilancio erano legati rispettivamente alla coltivazione dei cereali e della nocciola. Dogliani aveva come obiettivo la sistemazione dell’area attorno a piazza Martiri, col riassetto di parcheggi e viabilità, nonché il recupero dell’ala dei battuti e di altri fabbricati, mentre Bonvicino, infine, puntava alla riqualificazione del centro polifunzionale di frazione Lovera.

Daniele Vaira

Corrado Olocco

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