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Europa anno zero: basta consumi e moltiplicazione dei profitti

INTERVISTA  Abbiamo intervistato Franco Chittolina, autore del libro Europa anno zero e presidente di Apice (Associazione per l’incontro delle culture in Europa).

Lei dichiara, in merito al sussistere di forti diseguaglianze economiche in Europa, che «qualcosa non funziona nella nostra economia». A cosa si riferisce?

Basta consumi e moltiplicazione dei profitti«Nel suo recente Rapporto sulle disuguaglianze e la povertà nel mondo, presentato a Davos a gennaio, Oxfam ha ricordato che la ricchezza dell’1 per cento delle persone più ricche del pianeta corrisponde a più del doppio della ricchezza del 90 per cento della popolazione. È evidente che qualcosa non funziona o funziona solo per pochi a spese di molti. Siamo di fronte a un modello di crescita che, oltre a essere distruttivo per l’ambiente, lo è anche per l’equità e deve essere rivisto radicalmente, facendo perno sulla dignità della persona e non sulla moltiplicazione del profitto».

A proposito di crisi economica che negli ultimi anni ha vessato l’Europa. Ci sarà una fine, secondo lei?

«La crisi economica dell’ultimo decennio sembra in via di soluzione, ma l’Ue è ancora esposta ai rischi di un raffreddamento dell’economia mondiale e a tassi di crescita in Europa attorno all’1 per cento (anche molto meno in un’Italia non ancora del tutto uscita dal tunnel)».

Lei scrive che solo un cittadino su due si è recato alle urne alle ultime elezioni europee. Perché questa diffidenza, sentimento contrappositivo di molte persone verso un’Europa che, finora, ha ottenuto alcuni risultati ma è lontana dal garantire benessere a tutti?

«La partecipazione alle ultime elezioni europee ha segnato un balzo del 10 per cento, grazie in particolare al voto giovanile. Ma una democrazia nella quale vota solo metà degli aventi diritto non si può dire che goda di buona salute. È ora che l’Ue scenda in piazza a parlare con la gente, spiegando a che cosa serve e che cosa ci capiterebbe se venisse a mancare la protezione economica e sociale che ci offre».

Dal 2020 in avanti: come sarà l’Europa tra dieci e poi tra venti anni?

«Limitiamoci prudentemente all’Ue nel 2030. Sarà una comunità di oltre trenta Paesi, leader nella lotta all’emergenza climatica, riformata nelle sue istituzioni e con priorità politiche più selettive ma anche più importanti di oggi, come ambiente, sicurezza e difesa, fiscalità, innovazione digitale e politiche sociali».

La questione ecologica. Quanto è urgente? L’Europa riuscirà a vincere questa sfida considerando che i recenti annunci di impegno finanziario su questo fronte da molti sono considerati insufficienti?

«Dopo le elezioni, l’Ue ha accelerato in materia di politiche ambientali, dandosi l’ambizioso obiettivo di un’Europa a zero emissioni nel 2050. Si tratta di un’impresa straordinaria che necessita di risorse finanziarie straordinarie: i mille miliardi di euro previsti per i prossimi dieci anni non basteranno. Molto dipenderà anche dagli investimenti dei privati e dal volano finanziario che genereranno, ma anche dalla capacità dei cittadini europei di modificare i propri consumi».

va.m.

Largo ai giovani

Basta consumi e moltiplicazione dei profitti 1Domenica 16 febbraio, alle 18, in sala Riolfo, nel cortile della Maddalena, si terrà un momento di confronto dedicato alle nuove generazioni, dal titolo Giovani d’Europa. Durante l’appuntamento, organizzato dall’associazione giovanile albese Futuralba con la collaborazione di Apice (Associazione per l’incontro delle culture in Europa) e il contributo della Commissione europea, verrà presentato il libro Europa anno zero, scritto da Franco Chittolina

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