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I lettori raccontano: Quando, senza saperlo, incontrai un angelo

Sergio Quaglia: sotto il dolore esiste quasi sempre una forma di resistenza eroica

I lettori raccontano: Quando, senza saperlo, incontrai un angelo

«Mi sono sposato nel 1983, sono diventato papà nel 1986. Nel 1990 mia moglie ha scoperto di avere un osteosarcoma all’omero del braccio destro. Era il 9 aprile e da quel momento la nostra vita è cambiata di colpo», racconta a Gazzetta Sergio Quaglia.

Nella storia il lettore condivide l’esperienza della sofferenza accumulata: «Mia moglie ha dovuto affrontare sei interventi, con chemioterapie devastanti. Dal 2005 non ha più avuto ricadute, ma le operazioni e le cure che sicuramente le hanno salvato la vita hanno indebolito il suo corpo».
Sotto il dolore esiste tuttavia una forma di resistenza quasi eroica: «Adesso che da qualche mese sono in pensione, ho più tempo per pensare e mi tornano in mente i momenti della vita. Mi viene da paragonare mia moglie a un filo d’erba: quella che cresce tra le crepe del muro o tra i blocchetti del cortile. Non si capisce come faccia a sopravvivere e anche se la estirpi prima o poi ricresce».

Il racconto inizia nel 2005 nell’ospedale di Bologna: «Mia moglie era consapevole di attendere un intervento e poi il calvario della chemioterapia. La camera era da due letti: quello vicino a noi venne occupato da una suora, una persona minuta. Ci raccontò la propria storia: era missionaria e si occupava dei bambini in Ecuador. Descrisse la povertà di quei luoghi. Ogni tanto tornava in Italia per fare visita ai familiari. Era in ospedale, perché doveva subire un piccolo intervento alla mano».

Prosegue Quaglia: «Mia moglie venne operata. Intanto, essendo sempre in camera, non potei fare a meno di ascoltare i dialoghi della suora con le persone che venivano a trovarla. Era in difficoltà, perché non aveva la copertura assicurativa per l’intervento. Il terzo giorno la religiosa non aveva ancora risolto il problema; decise perciò di rimandare l’operazione. Prima di andare via mi venne a salutare. In un modo che non mi aspettavo mi prese la faccia tra le mani, come a volte si fa con i bambini, e disse: “Stai tranquillo e sereno. Vedrai che andrà tutto bene”. Dopo qualche giorno mia moglie venne dimessa».

Conclude il lettore: «Venne il tempo della visita di controllo: il chirurgo che aveva eseguito l’intervento ci accolse con in mano un foglio: era l’esame istologico. Si rivolse a mia moglie: “Signora, ha avuto una fortuna pazzesca”. L’esame non aveva riscontrato nessuna forma maligna, potevamo tornare a casa e lei doveva solo riprendersi, senza chemioterapia. Sono passati tanti anni. Ancora oggi mi chiedo se in quell’occasione, senza saperlo, abbiamo incontrato un angelo che ha vissuto con noi tre giorni, dando a mia moglie la forza di guarire».

a cura di Matteo Viberti

PROGETTO “STORIA TRA LE RIGHE”

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