Nulla di fatto da tempo per i lavori nel Montalto

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IL CASO Continua a essere avvolto nel mistero il destino della casa di reclusione Giuseppe Montalto di Alba, chiusa nel gennaio del 2016 a causa del batterio della legionella e riaperta a giugno del 2017 solo in minima parte, riducendo una macrostruttura da 142 detenuti a uno spazio ristretto a 33 posti regolamentari. E allo stesso tempo condannando all’abbandono, oltre che a un progressivo deperimento, la maggior parte delle celle e la quasi totalità degli spazi comuni, come il teatro e la biblioteca, che vanta migliaia di volumi. Una situazione che si protrae ormai da due anni, nonostante promesse e rinvii da parte dei Governi che si sono succeduti, come spiega il garante comunale per i detenuti Alessandro Prandi: «La situazione pare davvero insostenibile, soprattutto per la chiara indifferenza ormai manifestata dai vari enti decisori nei confronti del carcere di Alba. Secondo le ultime notizie in merito, i lavori di rifacimento dell’impianto idrico della struttura sono stati inseriti nel programma triennale ministeriale delle opere pubbliche 2019-2021, con uno stanziamento di 4 milioni di euro e la previsione del 2019 come anno per l’affidamento dei lavori. Ma fin qui si è registrato un nulla di fatto: di recente ho scritto anche al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, senza avere risposta». Ad oggi ad Alba sono 45 i detenuti, di cui 5 stranieri. Il prossimo 30 gennaio, alle 17, nella sala Giolitti (corso Nizza 21), a Cuneo, si parlerà della situazione delle carceri piemontesi, come quella del Montalto. Parteciperanno il garante regionale Bruno Mellano e i garanti comunali.

f.p.

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