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Calderoli è in isolamento volontario a Narzole: «Contro il virus, alla fine sono state prese delle misure. Meglio tardi che mai»

Calderoli è in isolamento volontario a Narzole: «Contro il virus, alla fine sono state prese delle misure. Meglio tardi che mai»

NARZOLE Roberto Calderoli non è solo ex ministro e vicepresidente del Senato, è anche un medico in aspettativa dell’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, uno di quelli in prima linea nell’affrontare l’emergenza Coronavirus, nella provincia più colpita d’Italia, dove tutti hanno avuto lutti o conoscono persone che stanno male.

«Ho sentito il direttore sanitario e il personale – spiega all’Ansa il parlamentare della Lega – e c’è un clima di guerra, con gli esiti della battaglia visibili a tutti. Una battaglia che è ancora in corso».

«Ho visto morire Giorgio Valoti, il sindaco di Cene, con cui abbiamo passato una parte della vita insieme e tanti che conosco ammalati. È davvero pesante» ammette.

Ora è in autoisolamento. Una decina di giorni fa ha avuto un incontro con una persona che poi si è scoperta positiva. «Tre giorni fa è arrivato il risultato del suo tampone e io mi sono fermato immediatamente dov’ero», cioè a Narzole, il paese della moglie Gianna Gancia. Lei, europarlamentare, ora si trova a Bruxelles. «Mio figlio l’ho mandato da mio cognato, per sicurezza».

Ma anche se per ora è relegato in casa, Calderoli non perde tempo. «Ho da poco sentito al telefono il governatore della Lombardia Attilio Fontana. Un imprenditore che costruisce sistemi antincendio si è offerto di fare gratis quello dell’ospedale che vogliono costruire in fiera a Milano e li ho messi in contatto» spiega. Qualche recriminazione da fare gli viene: «se penso che il 29 gennaio ho fatto la prima interrogazione per chiedere la quarantena da chi rientrava dalla zona infetta della Cina ma non sono stato ascoltato. Anzi – dice – mi ha chiamato il ministro Speranza per chiedermi di tenere toni bassi… Io non volevo creare polemiche, ma solo garanzie. Ormai i buoi sono scappati». E quello che si può imparare «rispetto al settore sanitario è che le finanziare alla Mario Monti non funzionano: ci sono servizi che non possono essere soppressi» sottolinea il senatore, ricordando che Fontana ha più volte detto che l’autonomia sarebbe servita alla Lombardia proprio per assumere medici e infermieri. Contro il Coronavirus alla fine «sono state prese delle misure. Meglio tardi che mai. A Nembro e Alzano la zona rossa sarebbe servita tre settimane fa e la verità è che adesso la zona rossa deve essere tutta l’Italia e tutta l’Europa. O capiamo questo – conclude -, o resta la strada inglese e Dio ci scampi».

Ansa

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