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Con la Parola possiamo vincere il male del mondo

PENSIERO PER DOMENICA – PRIMA DI QUARESIMA – 1° MARZO

Come ogni anno, nella prima domenica di Quaresima, ci confrontiamo con il Vangelo delle tentazioni di Gesù.Nel Vangelo secondo Matteo (4,1-11) il racconto è costruito su un solido spartito: alle tre tentazioni diaboliche, Gesù risponde con una triplice citazione della Bibbia, usando a sua difesa la forza della Parola. Tutto il contrario di ciò che era avvenuto in occasione della tentazione originaria, raccontata nella prima lettura (Gen 2,7-9; 3,1-7), quando il tentatore ebbe la meglio. Queste seduzioni sono una sfida ancora per noi, a cominciare dalla tentazione originaria – «Sareste come Dio conoscendo il bene e il male» – che assume oggi un aspetto particolare: diventare come Dio, per l’uomo di oggi, significa innanzitutto prenderne il posto, dichiarandone la morte. Il passo immediatamente successivo è cancellare il confine tra il bene e il male, proclamando che fa tutto lo stesso, che bene e male possono essere definiti di volta in volta, sulla base della personale convenienza. Altrettanto concrete e vicine a noi sono le tentazioni provate da Gesù.

Ecco come ritrovare i punti fermi della vita

La tentazione dei pani è l’attualissima tentazione di mettere i beni materiali al primo posto. Gesù, che pure si commuoverà di fronte alla fame della gente e compirà il miracolo della moltiplicazione dei pani, risponde al tentatore che il pane non basta, se non c’è la Parola che dà senso alla vita e insegna a condividere il pane stesso con chi non ne ha.

La tentazione del Tempio è quella di una religione magica, pubblicitaria, che fa leva sul sensazionalismo per catturare il consenso. È la tentazione di chi si serve di Dio per raggiungere i propri scopi, per rafforzare il proprio potere, per acquisire il consenso delle masse. Il pensiero corre spontaneamente ai politici, ma non è una loro esclusiva. Gesù ha più volte tuonato contro la «generazione adultera e perversa che cerca un segno» (Mt 16,4) e, pur avendone il potere, non ha mai usato i miracoli per procurarsi consenso.

La tentazione del monte è quella del messianismo politico, fortissima in Israele tra i contemporanei di Gesù, ma mai sopita nel tempo. È la religione del potere e del benessere, che esige dal fedele obbedienza incondizionata e acritica, in cambio della promessa di ricchezza certa e garantita: «Credi e diventerai ricco!». Gesù, checché ne dicano alcuni predicatori fondamentalisti, non ha mai dato questa garanzia. Non la dà nemmeno oggi.

Lidia e Battista Galvagno

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