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Ferrero pagherà il 50% delle ferie a chi rimane a casa, e darà premi economici a chi va a lavorare

Tragedia alla Ferr

ALBA Per ridurre le possibilità di allargamento del contagio Ferrero nei giorni scorsi aveva adottato alcune misure di sicurezza, come l’estensione dello smart working e il ridimensionamento di attività produttive e del personale (circa del 50%).

Ma non tutti i lavoratori erano felici, come segnalato anche a Gazzetta da diverse fonti: chi rimaneva a casa doveva utilizzare le proprie ferie, mentre chi proseguiva nel lavoro aveva paura e percepiva un rischio per la propria salute nonostante le misure precauzionali di protezione.

In questo contesto, il 30 marzo è stato firmato un nuovo accordo tra Ferrero e sindacati. Spiegano in modo congiunto Franco Ferria (Fai-Cisl), Andrea Basso (Flai-Cgil) e Alberto Battaglino (Uila-Uil): “Nell’accordo sottoscritto si aggiungono due misure importanti e senza eguali nel territorio italiano. Primo: i dipendenti che rimangono a casa dovranno utilizzare le proprie ferie soltanto per il 50% del tempo non lavorato, la restante metà verrà pagata dall’azienda sottoforma di “permesso retribuito”. Questa decisione avrà valore retroattivo a partire dal 23 marzo e durerà fino al 17 aprile”.

La seconda misura avrà anch’essa valore retroattivo e prevede un’erogazione economica ai lavoratori che
hanno proseguito l’attività nello stabilimento.

Il premio ammonta a 250 euro per le ultime due settimane di marzo e a 500 euro per i giorni compresi tra l’1 e il 17 aprile. Le somme saranno distribuite in misura proporzionale ai giorni effettivamente lavorati: l’ammontare “pieno” di 750 euro spetta dunque a chi, nel periodo di tempo compreso tra il 16 marzo e il 17 aprile, non è mai rimasto a casa.

I sindacati: “Erogando un premio, il tentativo dell’azienda non è stato quello di incentivare il dipendente a recarsi nello stabilimento e di scoraggiare la decisione di rimanere a casa: infatti, anche chi non lavora godrà di un sostegno. Queste misure rappresentano un esempio unico non solo sul territorio, ma anche a livello nazionale”.

Al momento dunque l’azienda non farà ricorso alla Cassa integrazione, concludono i sindacati: “Come da tradizione Ferrero preferisce far fronte all’emergenza con le proprie risorse. Se la situazione di emergenza dovesse perdurare oltre il 17 aprile, si valuteranno eventuali ulteriori opzioni”.

Nel prossimo numero di Gazzetta racconteremo le storie dei lavoratori che, premi economici e incentivi a parte, tutti i giorni si espongono e rischiano maggiormente di chi rimane in quarantena.

Valerio Mo

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