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Il mondo del vino piange Renato Vacca, scomparso a 52 anni

BARBARESCO Renato Vacca era nato 52 anni fa in una famiglia di Barbaresco che alla vite e al vino aveva sempre dedicato un impegno importante. Perciò ha cominciato presto a camminare tra i filari in collina e le botti nella piccola cantina di famiglia.

Il mondo del vino piange Renato Vacca, scomparso a 52 anniViveva a Barbaresco, nella Cascina Casòt, che – tra fine Ottocento e inizio Novecento – era appartenuta al professor Domizio Cavazza e alla sua famiglia. Anzi, quando Cavazza e la moglie Amalia Vitali ebbero il primo figlio, festeggiarono quel lieto evento piantando vicino alla cascina un pino mediterraneo, che – diventato grande – finì per caratterizzare esteticamente l’azienda, trasformandola da Cascina Casòt in Cascina del Pino.

Ad acquistare quella cascina dalla famiglia del prof. Cavazza fu il bisnonno di Renato.

Con suo papà Adriano, Renato andava orgoglioso di questa speciale “discendenza”. Anzi, considerava un privilegio quell’eredità “virtuale” che si consolidava nei muri o in qualcuno degli alberi secolari ancora dietro casa oppure in quelle vigne che già un tempo avevano segnalato tutta la loro qualificata vocazione.

Al vino, al Barbaresco in particolare, ha dedicato gli anni migliori della sua vita, le sue energie e la convinzione che su queste colline non si poteva far altro che vini di gran qualità. Anche per questo da giovane aveva frequentato con successo la scuola Enologica di Alba, fermandosi, poi, a lavorare a casa, nei suoi filari.

Anzi, nel 1997 aveva deciso con papà Adriano di lasciare lo spazio sicuro della Cooperativa produttori del Barbaresco per iniziare un cammino nuovo e tutto suo.

E anche in questo caso, con impegno e dedizione, era riuscito nei suoi intenti, al punto che in pochi anni la Cantina del Pino era diventata nel mondo una delle realtà aziendali di riferimento per la qualità e il pregio del Barbaresco.

Poco più di un anno fa aveva scoperto che un male subdolo minava il suo fisico. Anche stavolta ha lottato, ha cercato di superare quel brutto imprevisto.

Oggi, poco dopo mezzogiorno, ha dovuto alzare bandiera bianca. Andrà a lavorare altre vigne sopra al cielo e da lassù continuerà a guardare con amore quella cascina tra le vigne dove ha passato i suoi giorni più belli.

Lascia la moglie Franca e la piccola Anna, il papà Adriano e la mamma Carla, le sorelle Marisa e Alessandra, che continueranno a curare quelle vigne con il suo grande ricordo nel cuore.

Giancarlo Montaldo

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