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Le Pm10 sono più tenaci persino dell’emergenza

Le Pm10 sono più tenaci persino dell’emergenza

AMBIENTE/2  Piazze, viali e strade quasi vuoti nelle città, ma chi si aspettava un crollo verticale dello smog resta deluso. Per le pericolose micropolveri Pm10 un calo c’è stato, ma non così evidente, se paragonato agli anni precedenti.

A Bra non si registrano sforamenti dopo il 23 febbraio, con i valori dell’ultima settimana fluttuanti tra 14 e 30, in linea con i numeri dell’anno scorso. Ad Alba le misurazioni sono, al momento, ferme ai 49 microgrammi del 1° marzo, poiché la centralina necessita dell’intervento manuale di un tecnico e i dati vengono diffusi con qualche giorno di ritardo. Secondo gli esperti, però, è soprattutto la situazione meteo ad aver determinato il calo nella concentrazione delle Pm10.

I valori delle centraline stanno dimostrando, se ce ne fosse ancora bisogno, che la correlazione fra polveri, pioggia e vento, è ben più forte di quella determinata dalla drastica riduzione del traffico veicolare che deriva dalle restrizioni collegate alle misure per il contenimento del contagio. Inoltre, non va dimenticato che in questi giorni ci sono meno auto ma, restando a casa, aumenta l’utilizzo del riscaldamento domestico.

Un cambiamento, però, è in corso. I primi ad accorgersene sono stati i satelliti di monitoraggio dell’inquinamento che, a partire da febbraio, quando l’attività industriale in Cina ha subito un pesantissimo calo, hanno rivelato una riduzione di circa il 30 per cento dei livelli di biossido di azoto (No2), un gas nocivo emesso dall’uso di combustibili fossili nei motori e nei processi industriali.
Il calo per il blocco da virus è stato ben più rapido di quello registrato durante la recessione economica iniziata nel 2008 e simile a quello prodotto con la chiusura temporanea di molte fabbriche attorno a Pechino per rendere respirabile l’aria durante le Olimpiadi di un decennio or sono.
Altri riscontri su ampia scala stanno arrivando dai satelliti del programma europeo Copernicus. Dopo alcune settimane di forti restrizioni i livelli di biossido di azoto si sono ridotti drasticamente, come mostrano le immagini qui a fianco.

Puntando lo sguardo su Alba, anche nel ristretto ambito cittadino i valori medi giornalieri del biossido di azoto rilevati dalla centralina si sono ridotti dai 35 microgrammi per metro cubo del 24 gennaio ai poco più di 10 della passata settimana. L’impatto del coronavirus è ben più tangibile sui rifiuti ospedalieri: fra tamponi, guanti, tute e mascherine la quantità è cresciuta e le aziende che li gestiscono impiegando circa 90mila addetti hanno triplicato la raccolta, ma avvertono che il sistema rischia di collassare senza un adeguato supporto da parte delle istituzioni.

g.s.

SOCIETÀ IN AFFANNO: AMBIENTE E CLIMA

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