L’occasione per ascoltare il Dio che ci chiama

PENSIERO PER DOMENICA – SECONDA DI QUARESIMA – 8 MARZO

Un fine Carnevale e un inizio di Quaresima in sordina come quelli che abbiamo vissuto quest’anno, nella morsa della paura per il coronavirus, possono ispirare anche la riflessione sui testi biblici scelti per la seconda domenica di Quaresima. In essi troviamo due situazioni che caratterizzano il nostro tempo: i flussi migratori, gli spostamenti ormai incontrollabili delle persone e il rifugio nel piccolo gruppo chiuso.

L’occasione per ascoltare il Dio che ci chiama

Abramo è l’emblema del migrante. La sua vicenda, letta in chiave spirituale nel racconto della Genesi (12,1-4), ha come sfondo una precisa ragione economica: il passaggio in Mesopotamia, la terra fertile tra i due fiumi, dalla pastorizia all’agricoltura, con l’impossibile convivenza tra pastori e contadini. Abramo, pastore nomade, che sceglie di partire, è sociologicamente il padre della lunga schiera dei migranti economici. Sul piano personale rappresenta chi, nella vita, abbandona le sue sicurezze per il nuovo. Dietro la sua scelta, molto rischiosa – attraversare il deserto a piedi! – un impulso interiore che più tardi egli identificherà come chiamata di Dio. Secondo la Bibbia, infatti, Dio chiama spesso attraverso gli eventi della vita, letti nella profondità della coscienza.

Lo scenario della trasfigurazione (Mt 17,1-9) riflette uno dei momenti della vita di Gesù: la fuga dal bagno di folla per rifugiarsi sul monte, con soli tre discepoli. È la situazione che abbiamo sperimentato in questi giorni: evitare i concentramenti di persone – comprese le assemblee liturgiche! – per incontrare il Signore da soli o in gruppi ristretti. C’è chi ha vissuto queste giornate come un’esperienza di “reclusione”. C’è chi, avendo sperimentato la fragilità della vita stessa, ha visto in esse l’occasione per “salire sul monte”, per mettersi in ascolto del Dio della vita. Chissà se la paura ci ha fatto pensare alla disumanità e alla pericolosità del mondo globalizzato a cui abbiamo dato vita.

Come vivere bene questo tempo? Possiamo accogliere i suggerimenti della sapienza ecologica, per voce, ad esempio, di Alexander Langer, che già trent’anni fa ammoniva che dobbiamo fare tutto più lentamente, cercare di andare più in profondità e bandire dalla vita la logica della forza: tutto più dolcemente, nella mitezza. Come credenti, dobbiamo dare ascolto alla voce del monte: «Questi è il Figlio mio, l’amato. Ascoltatelo». Secondo la simbologia biblica, la voce che risuona nella Bibbia, ci conduce a Cristo; la luce, che ci avvolge attraverso la fede e i sacramenti, ci trasforma in lui. Questo è il programma della Quaresima cristiana.

Lidia e Battista Galvagno

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