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Medico Covid-19 per scelta, paziente è chi ha bisogno

"Mia figlia ha pianto, ma non potevo dire di no"

Medico Covid-19 per scelta, paziente è chi ha bisogno

TORINO “Ci sono momenti nella vita in cui un medico deve esserci. Il paziente è quello che ha bisogno”.
Paolo Russo, cardiologo emodinamista, da una settimana ha smesso di fare angioplastiche per dedicarsi, giorno e notte, alla lotta al coronavirus. Per scelta. La clinica per cui lavora a Torino, il Maria Pia Hospital, ha messo a disposizione dell’Asl 54 posti letto, di cui 14 di terapia Intensiva e sub-intensiva.

“Sono un libero professionista, ma ho detto subito sì, anche se mia figlia, quando l’ha saputo, ha pianto”, spiega Russo all’ANSA”.

Sulla collina di Torino, dove la clinica ha sede, è un continuo via vai di ambulanze. Sono due i piani della struttura adibiti a Covid Hospital.

I primi pazienti sono stati trasferiti nei giorni scorsi da Alessandria, una delle province piemontesi più colpite dall’emergenza, ma ora “arrivano un po’ da tutti gli ospedali”.

“Molti sono in condizioni disperate. Soprattutto i più anziani e con patologie pregresse. Purtroppo abbiamo registrato due vittime – racconta Russo – ma tra i pazienti ci sono anche due donne che presto potrebbero essere dimesse”.
In “trincea”, come Russo definisce le corsie della clinica, parte del Gruppo GVM Care & Research, i turni sono di 10 ore.
“La cosa più difficile – rivela – è la comunicazione con i pazienti. Casco e mascherine rendono difficile farsi sentire”.
Un problema analogo c’è anche con i famigliari dei contagiati.
“Capita che i parenti non sappiano neanche che sono stati trasferiti qui – dice il medico – per questo ci siamo dati come obbligo quello di chiamare le famiglie a casa”.
I ringraziamenti non mancano. Come le lacrime: “Ho visto due infermiere piangere, questa notte, dopo il grazie di una paziente anziana – rivela – Sono questi episodi che ci danno energia e ci permettono di rimanere in piedi tante ore senza mangiare, senza bere e persino senza andare al bagno”.

Non mancano anche gli attestati di stima, come quelli di un paziente, salvato anni fa da un infarto dal dottor Russo.
“Quando credete che gli angeli non esistono – gli ha scritto -, e neanche i supereroi, pensate a questi medici perché posso garantire che sono fra noi”.

(ANSA)

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