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Previdenza integrativa: cresce come un albero

Parla Franca Maino, curatrice del rapporto e docente universitaria

Previdenza integrativa: cresce come un albero

L’INTERVISTA Parliamo con Franca Maino, docente associata presso il Dipartimento di scienze sociali e politiche dell’Università di Milano, oltre che una delle curatrici del Rapporto sul secondo welfare voluto dalla fondazione Cassa di risparmio di Cuneo.

Parliamo del secondo welfare in provincia di Cuneo. Qual è la situazione, Maino?

«Il lavoro sinergico di diversi attori territoriali, anche grazie alla presenza di un soggetto come la fondazione Crc, sta contribuendo a generare anche in provincia una nuova cultura del welfare e nuove opportunità d’innovazione sociale. Il secondo welfare è come un albero che cresce, anche se lentamente. Soprattutto tra il 2015 e il 2018 una serie di novità legislative hanno contribuito allo sviluppo del supporto aziendale (pensiamo alla diffusione dei piani dedicati ai lavoratori, sempre più spesso frutto di contrattazione tra le parti sociali, ma anche allo smart working) e del welfare comunitario e filantropico (da citare la riforma del terzo settore o la legge sul “dopo di noi” nel campo della disabilità). Certo, le sfide sociali e demografiche con cui il sistema deve fare i conti sono enormi tanto a livello nazionale quanto locale e non mancano d’interessare la provincia di Cuneo. In tutto questo il Governo gialloverde non ha aiutato. Misure come il reddito di cittadinanza o i decreti sicurezza hanno frenato le spinte al rinnovamento e la crescita del secondo welfare, perché sbilanciati l’uno sull’assistenzialismo e l’altro su una logica che non favorisce l’accoglienza e l’integrazione».

L’emergenza coronavirus gioca un ruolo anche su questa tematica?

«Certo. In una situazione di emergenza come quella attuale si rischia che il protagonismo degli attori del secondo welfare e le pratiche virtuose sin qui messe in campo vengano rallentate e che a livello territoriale si affievolisca l’attenzione verso i problemi sociali emergenti. Diventa più difficile fare sistema tra le iniziative che si sono andate sviluppando. Per questo è ancora più importante andare oltre gli steccati, superare la frammentazione e investire nell’integrazione tra settori, comprendendo che prendersi cura dell’altro e della comunità può generare un impatto positivo che va ben oltre il singolo intervento».

Guardando al futuro, quali sono i fronti su cui investire?

«Sicuramente il fronte ecologico. Le catastrofi ambientali e le emergenze ad esso legate possono anch’esse avere implicazioni significative sul welfare e sulla dimensione sociale. Possono rappresentare un ulteriore fattore che genera vulnerabilità per le famiglie, accrescendo il rischio di povertà e le diseguaglianze».

r.a.

SECONDO WELFARE: PROTEZIONE E INVESTIMENTO SOCIALE

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