L’INCHIESTA/2 L’epidemia di coronavirus che sta attraversando il Paese coinvolge tutti. «Senti di avere paura?», abbiamo chiesto nel questionario somministrato ai lettori del nostro sito Internet (www.gazzetta dalba.it). L’obiettivo della ricerca è offrire la possibilità di espressione emotiva ai lettori, contrastando l’isolamento. Alla domanda, il 56,8 per cento del campione risponde «sì», il 10,6 per cento «no», e il 33,3 «a volte».
Perché le persone temono tanto questo virus che ha contagiato il mondo (si potevano scegliere più opzioni)? Il 44,4 per cento, vale a dire la stragrande maggioranza, sceglie come risposta: «Perché ho paura per i miei cari». Il 32,3 per cento perché si percepisce incapace di accettare ciò che è incontrollabile. Il 21 per cento dice di avere timore di morire, il 19,5 dichiara di avere paura per «senso di realtà e buonsenso». Il 13,5 per cento attribuisce la responsabilità alla scarsità di informazione; il 16,5 per cento pensa che la paura sia causata dai media, che rinforzano fobie preesistenti nelle persone. Il 9 per cento ritiene responsabile il «reciproco influenzamento» tra individui, ovvero il fatto che le persone tendono ad amplificare i vissuti nel trasmetterli uno con l’altro. Solo il 2,3 per cento pensa che la paura sia attribuibile alla semplice mancanza di coraggio.
Che cosa suggeriscono questi dati? Innanzitutto, sono pochi gli albesi che dichiarano di non vivere sentimenti di timore. Questo primo elemento è fondamentale nell’immaginare che cosa accadrà in futuro: quali vissuti verranno attivati nella collettività? Quali difese, mutamenti negli stili di vita, traumi emotivi emergeranno?
In secondo luogo, affiora l’immagine di persone che non temono la morte fisica in senso stretto. È come se la fobia dell’ignoto e la paura per l’incolumità dei familiari sia più rilevante della propria esistenza. Questo dato sembra dipingere uomini e donne che conservano ampie quote di altruistica, empatica disponibilità a non collocarsi nel centro gravitazionale del mondo.
r.a.