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Ubi banca sostiene con 5 milioni di euro istituzioni sanitarie e centri di ricerca nelle province di Bergamo e Brescia

Moratoria sulle rate dei finanziamenti alle imprese, Ubi banca pronta per applicarla alle aziende
La sede di Brescia di Ubi banca

MILANO Ubi banca ha deciso di donare 5 milioni di euro a enti e operatori attivi nella gestione della forte emergenza Covid-19.  Le erogazioni avverranno in collaborazione con le fondazioni collegate alla banca, interesseranno le aree di presenza dell’istituto, con particolare riguardo per la Lombardia e per le province di Bergamo e Brescia, a oggi tra le più colpite. Per dare immediata concretezza al proprio impegno Ubi banca donerà due ambulanze che verranno destinate in tempi ridottissimi proprio a queste due province.

Le fondazioni che hanno contribuito all’impegno sono la Ubi banca popolare di Bergamo, Ubi per Varese, Ubi banco di Brescia, Ubi fondazione Cab e fondazione banca popolare commercio e industria. Tra gli enti beneficiari del finanziamento rientrano istituti ospedalieri e centri di ricerca direttamente impegnati nelle iniziative di contenimento della diffusione del Virus e nel sostegno ai malati e alle comunità toccate dall’epidemia.

«Il gruppo Ubi banca c’è per l’Italia e per i territori che ne hanno reso possibile la crescita in questi anni», sostiene Victor Massiah, consigliere delegato del gruppo Ubi banca. «In questa straordinaria emergenza sentiamo forte la responsabilità nei confronti di tutte le comunità economiche e civili con cui lavoriamo e siamo in contatto da sempre».

Il progetto rientra nell’ambito di una serie di interventi urgenti che ha già visto la mobilitazione della banca in favore delle imprese e dei privati direttamente colpiti dall’emergenza di queste settimane e che potranno fare riferimento alle filiali e ai centri imprese di loro riferimento.

Il gruppo bancario accelera su tecnologia e nuove soluzioni organizzative

L’emergenza sanitaria relativa alla diffusione del Covid-19 e la successione di misure restrittive decise dal Governo a tutela della salute pubblica, hanno avuto un impatto rilevante sulle modalità di gestione della banca, adottate per assicurare la continuità operativa aziendale, avendo al contempo massima cura e attenzione per la salute e la protezione di dipendenti e clienti.

«Affrontiamo un contesto senza precedenti che richiede dedizione e capacità di individuare le migliori soluzioni per coniugare la responsabilità di fornire un servizio essenziale, con il massimo rigore nella difesa della salute di tutti», sostiene Victor Massiah, consigliere delegato di Ubi banca.

Le 383 filiali di maggiori dimensioni sono aperte al pubblico solo al mattino per la fornitura dei servizi minimi essenziali, in particolare alle fasce più deboli. Il presidio dei dipendenti è però ridotto e sono stati predisposti due team di lavoro che si alternano, per ridurre spostamenti e presenza negli uffici. Le 912 filiali di medie e piccole dimensioni sono aperte al pubblico fino alle 12.50 e non è prevista la presenza del personale nel pomeriggio. La chiusura dei 238 minisportelli e sportelli leggeri consente di accrescere il numero dei team operativi per consentire una maggiore alternanza degli addetti alle filiali di maggiori dimensioni.

Le misure e la flessibilità adottate, anche con la concessione di congedi straordinari e permessi, consentono a oltre il 50% del personale di non recarsi sul posto di lavoro o di lavorare a distanza, limitando spostamenti e circolazione.

Una vera accelerazione è stata infatti impressa allo smart working. Ubi banca consente di lavorare da remoto già dal 2017. Al 20 febbraio 2020, quindi poco prima l’inizio dell’emergenza, le postazioni attive quotidianamente erano circa 800, ora sono 10mila. A partire dal 24 febbraio, in seguito alle prime misure restrittive adottate dal Governo, Ubi banca ha invitato tutti i dipendenti a usufruire della possibilità di lavorare dal proprio domicilio. Un invito che ha riguardato da subito e in maniera estesa le risorse occupate nelle strutture centrali e successivamente anche la rete commerciale.

Attualmente all’interno delle filiali vengono adottate una serie di misure stringenti, quale l’ammissione di clienti solo per operazioni realmente necessarie e indifferibili e comunque con un numero di clienti ammessi non superiore a quello dei dipendenti presenti in filiale. Insieme al mantenimento della distanza interpersonale portata a due metri, sono stati adottati tutti i presidi di protezione individuali possibili, in ragione anche della limitata disponibilità degli approvvigionamenti, a protezione sia del personale che dei clienti, provvedendo ora anche all’installazione di termo scanner per la rilevazione della temperatura e alla dotazione di schermi mobili in materiale leggero per garantire distanze e misure di sicurezza.

 

«In un momento di particolare difficoltà per i propri territori storici, la banca deve esprimere massimo sforzo e totale dedizione a servizio delle comunità colpite di cui Ubi  è componente essenziale. Stiamo dimostrando di saper contribuire a superare questa grave emergenza del Paese, mettendo in campo tutte le soluzioni e l’impegno che confermano la capacità di Ubi di “fare banca per bene”», ha inoltre aggiunto Victor Massiah.

La banca è organizzata per aiutare i clienti in questo momento di emergenza affinché il servizio venga assicurato con tutti i mezzi tecnologici da remoto e con tutta l’assistenza necessaria.

La limitata presenza pomeridiana del personale permette inoltre l’avvio di una serie di attività di assistenza al cliente: Ubi ha promosso in queste settimane l’iniziativa Vicinanza per cui sono contattati progressivamente, senza finalità commerciali, tutti i clienti per comprenderne le esigenze e curare la relazione in questa fase critica.  È inoltre molto intensa l’attività di gestione delle richieste di moratoria a causa delle numerose domande già pervenute, anche grazie alla possibilità concessa di inviare a distanza (Pec, Ubi box) sia le moratorie stesse, sia la maggioranza dei contratti di finanziamento (non ipotecari).

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