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Arrivano da Bra le macchine per scrivere usate nei film

BRA C’è stata anche un po’ di Bra lunedì 23 marzo su Raiuno, nel film per la televisione La concessione del telefono. C’era una volta Vigata, basato su un romanzo di Andrea Camilleri e interpretato, tra gli altri, da Alessio Vassallo, Fabrizio Bentivoglio e Corrado Guzzanti, diretti da Roan Johnson: le macchine per scrivere utilizzate dagli attori fanno parte della raccolta di Domenico Scarzello, direttore del Museo della scrittura meccanica, e di Cristiano Riciputi di Cesena.

«Siamo stati contattati dalla produzione a settembre», racconta Scarzello. «Il film è ambientato nel 1891 e quindi servivano macchine per scrivere costruite entro quella data, in particolare di marca Remington. E dovevano essere perfettamente funzionanti, in ottimo stato». La produzione aveva setacciato molti collezionisti senza trovare le condizioni necessarie. «Quando siamo stati contattati», aggiunge Scarzello,
«e abbiamo comunicato di avere queste macchine antiche, la produzione ha tirato un sospiro di sollievo.

Arrivano da Bra le macchine per scrivere usate nei film

Abbiamo fornito una Remington 2 del 1880, e due Smith Premier 1 del 1889. Abbiamo anche realizzato dei video di spiegazione:  sono strumenti con scrittura invisibile». Fino al 1897 la maggior parte dei dattilografi non poteva vedere quello che scriveva. I martelletti colpivano la carta dal basso verso l’alto e solo alzando il rullo, e quindi interrompendo la digitazione, si poteva capire se fossero stati fatti errori oppure no. «Oltre a queste abbiamo fornito altre macchine: una Remington 5 del 1886 e una Remington 10 dei primi del ’900, utili per certi tipi di riprese». Le macchine sono state imballate una a una, con tutte le protezioni del caso, e spedite a Roma a fine settembre. Poi da qui sono state portate a Palermo per le riprese e poi rispedite ai proprietari a dicembre.

Non è la prima volta che le macchine della collezione di Scarzello e Riciputi vengono usate per il cinema: già in novembre, nel film Enrico Piaggio. Un sogno italiano, gli strumenti di scrittura anni ’30 facevano parte delle raccolte dei due collezionisti.

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