Burocrazia, donazioni e mascherine: quelle di Torronalba bloccate in dogana

Bozza automatica 365

PIOBESI Mauro Bongiovanni, uno dei titolari della Torronalba di Piobesi affida a una nota il suo sfogo e le sue amare considerazioni rispetto all’intricata vicenda che l’azienda sta vivendo per recuperare un pacco di mascherine donate da un cliente cinese.

A inizio marzo, spiega il manager, l’azienda si attiva per reperire le mascherine necessarie per le esigenze produttive ma, purtroppo sono introvabili. «Un nostro cliente cinese viene a conoscenza che il reperimento è praticamente impossibile in Italia e si propone, visto che siamo in ottimi rapporti anche personali, di inviare a titolo gratuito e accollandosi anche il costo del corriere espresso uno scatolone con dentro circa 200 pezzi», spiega Bongiovanni. «Accettiamo e aspettiamo fiduciosi».

Il pacco parte dalla Cina il 14 marzo e arriva all’aeroporto di Malpensa soltanto il 27 marzo dopo aver girato mezza Europa poiché i voli diretti erano sospesi. «Per farla breve, a oggi 17 aprile le mascherine non sono ancora arrivate in azienda», dettaglia Bongiovanni «La dogana non ci aveva avvertito quando il pacco è arrivato e solo su nostro sollecito ci ha inviato i moduli per lo sdoganamento che immediatamente abbiamo compilato e spedito (era inizio aprile). Ieri, poi, mi è stata inviata una e-mail in cui mi si ribadisce, ancora una volta, che se non indico il valore e il quantitativo delle mascherine il pacco ritorna al mittente; ma si tratta di informazioni che avevamo già dato alla dogana».

Intanto l’azienda ha provveduto diversamente per reperire le protezioni per i collaboratori lasciando nel titolare solo una profonda amarezza nei confronti del modo in cui viene affrontata la situazione: «Vorrei segnalare che a fronte di una emergenza sanitaria come questa e alle promesse fatte dal Governo ­– Conte disse di voler dotare in 48 ore di mascherine tutti i lavoratori per il proseguimento delle attività –  la poca flessibilità e l’ottusità di quanti sono predisposti ai controlli (non sto dicendo che non debbano esserci), mi lascia molto perplesso. Sarebbe meglio che i governanti anziché fare promesse, che sappiamo non potranno essere mantenute, si mettano al lavoro molto più seriamente e non prendano più in giro la gente onesta, che lavora e che si trova a combattere con queste promesse mai mantenute».

Banner Gazzetta d'Alba