Confartiganato Piemonte lancia l’allarme contro gli abusivi del taglio di capelli a domicilio

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ARTIGIANATO Acconciatori ed estetisti sono stati tra i primi a chiedere la sospensione delle proprie attività di fronte alla diffusione crescente del coronavirus, lanciando un preciso segnale di attenzione alla salute delle persone e di tutela dei propri collaboratori. Poi, con il decreto dello scorso 11 marzo, sono arrivati i provvedimenti che hanno sancito la chiusura delle attività del benessere e dei servizi alla persona. Dagli ultimi dati elaborati dall’Ufficio studi di Confartigianato, in Piemonte si registrano 12.449 imprese del settore dei servizi di acconciatura e altri trattamenti estetici con circa 22mila addetti. Un settore sempre sotto attacco degli irregolari che, secondo un recente calcolo sempre di Confartigianato, si stima colpiscano direttamente il 20% delle imprese regolari. Ed è soprattutto in questo periodo che nel settore del benessere e della cura della persona è allarme per il proliferare abusivi e irregolari che offrono servizi itineranti e a domicilio per il taglio dei capelli, manicure e trattamenti estetici.

Afferma Enrico Frea, presidente  di Confartigianato Piemonte benessere: «In questo momento di emergenza sanitaria, che sta penalizzando prepotentemente le imprese del settore benessere, che rappresentano una delle dieci categorie che hanno registrato la performance peggiore in questo scenario dominato dal Covid-19, non possiamo tollerare che operino indisturbati gli abusivi e gli irregolari, vale a dire tutti coloro che, da sempre, non pagano le tasse, e che oggi non rispettano le norme igienico-sanitarie e tantomeno il decreto dell’11 marzo che impone la chiusura dei servizi alla persona. A maggior ragione in questo scenario di emergenza costoro devono essere puniti severamente insieme a chi li utilizza, perché mettono a rischio la salute delle persone».

«Le nostre  imprese fanno la loro parte per contrastare  la  pandemia e rimangono chiuse, ma alla fine dell’emergenza non tutte potranno riaprire e continuare a lavorare. Molte di queste non riusciranno a rimettersi in carreggiata e saranno costrette a lasciare a casa i propri dipendenti. Il mio appello è di sostenerle attraverso la sospensione dei tributi dovuti e di vigilare affinché l’abusivismo non prenda il sopravvento, in questo momento così drammatico», conclude Frea.

 

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