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Coronavirus: settimana cruciale per il Piemonte che ha pronti 800 milioni per la ripartenza

Coronavirus: settimana cruciale per il Piemonte che ha pronti 800 milioni per la ripartenza

TORINO «Guardiamo con speranza alla data del 4 maggio, che dovrà essere confermata perché le regole e i tempi dono dettati dall’emergenza sanitaria. Ecco perché questa settimana sarà cruciale per il Piemonte». Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, fa il punto sulla ripresa della regione. «Il valore assoluto dei nuovi contagi ogni giorno è ancora importante, ma registriamo un calo di chi inizia ora ad ammalarsi e una costante riduzione dei ricoverati in terapia intensiva, passati dai 450 di quindici giorni fa agli attuali 250. Questo significa che il percorso che stiamo compiendo è corretto».

La Regione Piemonte è in grado di mettere a disposizione subito 800 milioni di euro per fare ripartire l’economia, attraverso un disegno di legge della Giunta da portare all’immediata approvazione del Consiglio regionale. Lo ha detto il governatore Alberto Cirio parlando in videoconferenza dall’Unità di crisi. «Dobbiamo fare in modo – ha spiegato – che la liquidità necessaria arrivi nelle tasche di chi ne ha bisogno. Per questo reiteriamo la richiesta non di poteri speciali ma di procedure speciali, semplici facili e immediate. Abbiamo effettuato la verifica e l’importo delle risorse rimodulabili è di 800 milioni di euro, tra 220 milioni di fondi regionali, fondi Fesr non ancora impiegati o che non sono stati ancora rimodulati, fondi statali, in minima parte, e fondi sociali europei. Entro la metà di maggio il Riparti Piemonte potrà essere operativo. Sarà un piano che andrà anche in direzione della semplificazione burocratica».

La Regione, inoltre, prevede uno stanziamento di 55 milioni di euro di bonus in busta paga per il personale sanitario. «Non credo siano sufficienti per ringraziarli, ma è un segnale che volevamo dare», spiega il governatore. Si tratta di un indennizzo straordinario per chi in queste settimane ha combattuto in prima linea il coronavirus. «Lo Stato ha messo 18 milioni, noi li portiamo a 55 usando fondi europei».

C’è anche la cultura tra i settori sostenuti dalla Regione con il disegno di legge Riparti Piemonte. Il governatore Alberto Cirio e l’assessore alla cultura, Vittoria Poggio, hanno annunciato in videoconferenza che le risorse risparmiate per gli eventi annullati a causa del coronavirus saranno reinvestite a favore delle imprese della cultura. «Passiamo dal progetto al soggetto – hanno spiegato Cirio e Poggio – se non fai il progetto perché c’è il coronavirus non dimentico il soggetto. Della cultura se ne parla poco, ma non dobbiamo dimenticare che lì ci sono tante professionalità».

Nel disegno di legge Riparti Piemonte, che la Giunta regionale approverà giovedì prossimo, la cassa in deroga sarà estesa anche a quelle categorie finora escluse dai provvedimenti del governo nazionale: colf, stagionali del turismo e lavoratori intermittenti, che saranno destinati di fondi regionali.

Situazione sanitaria: il punto

L’alto numero dei contagi registrato negli ultimi giorni non è legato all’allargarsi della diffusione del coronavirus, ma ai risultati dei tamponi (anche vecchi) che i laboratori riescono a trasmettere solo ora. Lo ha spiegato l’assessore regionale alla sanità, Luigi Icardi, nel corso della videoconferenza per illustrare i contenuti del disegno di legge Riparti Piemonte.

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Andamento dei casi per data diagnosi. I 23.822 casi positivi suddivisi nei giorni in cui si avuto l’esito del tampone. Le barre azzurro scuro sono i casi nelle Rsa (degenti e operatori)

Il Seremi, il servizio regionale di controllo e vigilanza per le malattie infettive, parla di nuovi casi per inizio dei sintomi sotto le 50 persone al giorno sin dal 18 aprile, dopo il picco di 226 persone registrato il 10 aprile (grafico qui sotto). Lo stesso vale per i decessi, una ventina per giornata, mai comunque sopra i 60 come invece registrato dall’Unità di crisi che diffonde i numeri man mano che le vengono comunicati.  «Il calo dei contagi, insomma, è in corso», sostiene Icardi, che indica nel 60% circa i nuovi positivi riscontrati nelle residenze per anziani.

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Andamento dei casi per data inizio sintomi. Gli 11.388 casi positivi con sintomi suddivisi nei giorni in cui sono apparsi i sintomi. Nel grafico non sono conteggiati gli asintomatici e i casi di cui non si conosce la data d’inizio dei sintomi

«Siamo ancora nell’emergenza e l’Unità di crisi regionale continua a gestirla. Al fianco della sua attività e di quella del comitato tecnico-scientifico il gruppo guidato dall’ex ministro Fazio è stato incaricato di analizzare le criticità e dare all’assessore gli strumenti per costruire la sanità territoriale e di evitare di ritrovarci nelle stesse condizioni se dovesse verificarsi una seconda ondata di coronavirus» Lo ha precisato il presidente Cirio. «Entro la fine di giugno ci saranno le prime risposte per le necessità immediate. Un altro lavoro riguarda il ritorno alla normalità della sanità piemontese perché la gente ha bisogno di essere curata anche di altri mali. Lunedì, alle 15 incontrerò il comitato scientifico per ragionare sulle misure di contenimento e sulle questioni operative e tecniche».

Presto la Regione Piemonte sarà in grado di analizzare oltre 10 mila tamponi al giorno. L’assessore all’innovazione Matteo Marnati, nel corso della video conferenza di presentazione del disegno di legge Riparti Piemonte, ha annunciato l’apertura di tre nuovi laboratori a La Loggia (Torino), Biella e Novara «per accompagnare la fase 2, con la ripresa delle attività produttive, in piena sicurezza».

«Siamo partiti a fine febbraio con due laboratori e 200 tamponi al giorno, oggi ne facciamo 7.300, ma l’obiettivo è di superare i 10mila – ha sottolineato Marnati – diventando così la prima Regione per numero di tamponi analizzati». I macchinari provengono da Usa e Cina e sono stati acquistati grazie ad alcune donazioni, tra cui quella di Intesa Sanpaolo. «Non intendo fare polemiche – ha concluso il governatore Alberto Cirio – ma il fatto che apriamo i laboratori vuol dire che qualcuno prima li aveva chiusi».

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