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Cronache dal coronavirus: gli operai iniziano a tornare in fabbrica

Cronache dal coronavirus: gli operai iniziano a tornare in fabbrica
Foto di repertorio

CUNEO Mentre ancora non si intravede un piano organico per il riavvio graduale delle attività produttive, non mancano le riaperture di cancelli delle fabbriche, con l’autorizzazione dei prefetti e nell’ambito delle produzioni essenziali.  A Cuneo è ripresa dopo tre settimane di stop la produzione di pneumatici dello stabilimento Michelin, uno dei principali in Europa della multinazionale francese. L’azienda aveva chiesto 4 settimane di cassa integrazione (dal 16 marzo all’11 aprile) ma ha scelto una ripartenza graduale dedicata alla produzione di pneumatici per servizi e attività essenziali, come ambulanze, veicoli della sanità, mezzi militari, forze dell’ordine, furgoni per il trasporto di alimentari. In fabbrica vanno meno della metà degli oltre 2.200 dipendenti, divisi sui tre turni.

A Genova è ripresa la produzione dello stabilimento Arcelor Mittal di Cornigliano: era fermo dal 23 marzo. Riparte con un avvio graduale del ciclo della banda stagnata per la produzione delle lattine per l’industria alimentare rispondendo così ad una domanda in aumento. Durante la chiusura è stata fatta una verifica sull’applicazione delle misure di sicurezza; lavoreranno 60 persone su tre turni (che dovrebbero salire a 200),  più gli impiegati in smart working.

Le aperture avvengono tra la preoccupazione dei sindacati per le «centinaia di persone che si muovono in un unico sito produttivo rappresentando un rischio notevole per i lavoratori e le loro famiglie» e le grida d’allarme del mondo delle imprese sui rischi di un protrarsi troppo a lungo dello stop. Dice Confindustria: «È necessario lavorare per la ripartenza progressiva di tutte le imprese, perché solo in questo modo si potranno contenere i costi sociali ed economici della pandemia».

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